Pagina:Chiarini - Vita di Giacomo Leopardi.djvu/496

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458 CAPITOLO XXII. alle cose che dovrebbe ammirare, e biasima quelle che invidia. — La fortuna è fortunata nel mondo, non il valore. — Chi vuole innalzarsi dia bando alla modestia. — Chi ha coraggio di ridere è padrone del mondo. Fra tanta tenebra di osservazioni e riflessioni trova pur modo d'insinuarsi, come un raggio di luce, questo pensiero affettuoso e gentile: Buoni amici e cordiali si trovano veramente nel mondo, e non sono rari. L'at- testazione di questo fatto, del quale l' autore fece egli stesso esperienza, e che consolò grandemente la sua misera vita, e ne alleviò, quanto era umanamente pos- sibile, i mali, mostra ch'egli riconobbe che c'era pure nel mondo qualche particella di bene. Basta quella at- testazione a provare ch'egli con le sue sconfortanti sen- tenze non intese di escludere affatto dal mondo ogni azione virtuosa. E ciò, autorizzandoci a intendere le dette sentenze in un senso limitato e ristretto, at- tenua quello che hanno di veramente eccessivo. Chi oserebbe negare che alcune di esse siano vere anche oggi, applicato alla società nostra? anzi più vere oggi che non quando furono scritte? Queste per esempio: V impostura h l'anima della vita sociale. — La fortuna è fortunata nel mondo, non il valore. — Chi vuole in- nalzarsi, dia bando alla modestia. Io non credo che nel campo intellettuale abbiano mai combattuto con tanta fortuna come oggi la sfacciataggine, la ciarla- taneria e r immoralità. So i Pensieri sono, per il contenuto, come una appendice allo Operette morali, per la forma dolio scri- vere sono qualche cosa di più, sono il perfeziona- mento della prosa leopardiana. I Paralipomeni, un poema satirico di otto canti in ottava rima, possono considerarsi come l'ultimo lavoro del poeta, finito, comò dicemmo, il giorno avanti cli'cgli