Pagina:Chiarini - Vita di Giacomo Leopardi.djvu/510

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470 CAPITOLO XXII. zioni precedenti, alle lettere del poeta erano state aggiunte quelle del Giordani e del Colletta a lui: in questa, ch'era la quinta, furono aggiunte anche le let- tere scritte al Leopardi da Giampietro Vieusseux e da Antonio Fortunato e Luigi Stella. L'epistolario così accresciuto divenne il più largo e sincero documento e specchio della vita del poeta. In esso, e negli altri scritti di lui fino allora pubbli- cati, gli studiosi possedevano oramai quasi intera la vita e l'opera dell'uomo e dello scrittore. Ma essi ave- vano ancora un altro desiderio ; il desiderio di cono- scere i manoscritti che il Ranieri aveva, dopo l'edi- zione delle Opere da lui fatta nel 1845, tenuti nascosti presso di sé. Il desiderio si fece anche più vivo quando, morto improvvisamente il Ranieri nel 1888, si seppe che quei manoscritti, legati da lui per testamento alla Biblioteca nazionale di Napoli, rimanevano, per ef- fetto del testamento medesimo, senza nessuna ga- ranzia di conservazione, nelle mani di due serve del Ranieri, e non dovevano essere consegnati alla Biblio- teca se non dopo la morte dell'ultima di esse. Allora intervenne giudiziariamente la famiglia Leo- pardi, nella persona del conte Giacomo, rappresentante di essa,' ad impugnare il testamento del Ranieri e rivendicare a so ed ai suoi le carte del poeta. Mentre durava la controversia dinanzi ai magistrati, i mano- scritti leopardiani furono ailidati al Pio Monto della Misericordia, e ne fu fatto inventario per mano di notaro. Intanto essendo stato dalla Deputazione marchi- giana di Storia patria decretato solenni onoranze alla memoria del poeta noi centenario della sua nascita, che ricorreva il 20 giugno I8'.)>s, il conte Giacomo si offri di rinunziare ai suoi diritti, purchò i manoscritti I 11 conte Giftooroo Loopnrdi, Aglio di Fior Frnnoeioo o ni- pote dot poeta, mori il 14 gennaio ÌWò, por canoro alio atomaoo.