Pagina:Chiarini - Vita di Giacomo Leopardi.djvu/82

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54 capitolo iii.

zionale di Firenze: se non che, più che veri e propri lavori, come già altri osservò, sono, specialmente il primo, una grande raccolta di materiali preparati per un’opera, che, se compiuta, sarebbe riuscita veramente colossale. I materiali raccolti per il primo lavoro occupano 424 grandi pagine in quarto del manoscritto, e si riferiscono a 67 Padri, intorno a ciascuno dei quali l’autore avrebbe scritto probabilmente un commentario del genere degli altri già composti. I materiali del secondo lavoro occupano soltanto 59 pagine.



Ai lavori fin qui indicati succedono per ordine di tempo; 1° il Saggio sugli errori popolari degli antichi; 2° il Commentario latino della vita e degli scritti di Sesto Giulio Affricano, con la traduzione pure latina di varii opuscoli e dei Cesti; 3° il Discorso sopra la vita e le opere di M. Cornelio Frontone, col volgarizzamento degli scritti di esso pubblicati dal Mai.

Al Saggio fornì gran parte dei materiali la Storia dell’Astronomia. Quella storia nei tempi antichissimi era poco più che la storia dei pregiudizi ai quali le meraviglie del cielo stellato avevan dato origine fra i popoli primitivi ignoranti ed ingenui. Di qui venne forse al Leopardi la prima idea di raccogliere sotto varii capi in un vero trattato la storia di quei pregiudizi; che non altro sono gli errori popolari dei quali parla l’autore. Il trattato è diviso in diciannove capitoli, il primo dei quali dà un’idea dell’opera, e l’ultimo la ricapitolazione: gli altri diciassette discorrono dei pregiudizi appartenenti all’Astronomia, alla Geografia, alla Meteorologia, e alla Storia naturale. Il Saggio fu composto nel 1815, in due mesi, afferma il De Sinner, il quale ne ebbe dall’autore il mano-