Pagina:Chiese medievali di Sardegna.pdf/20

Da Wikisource.



*

*  *

La conquista del Castello di Cagliari per opera del Re d’Aragona diede il segnale di un nuovo reggimento politico e di nuove finalità artistiche.

Iniziaronsi nell’isola, coi monasteri di S. Domenico e di S. Francesco di Cagliari, colla Cattedrale di Alghero e con altre chiese, quelle costruzioni che hanno del gotico e del romanico in pari tempo e che, estese nei secoli susseguenti, costituiscono uno stridente contrasto con lo svolgimento architettonico delle altre regioni italiane, nelle quali dalle grazie del Rinascimento si passava all’eleganza e al virtuosismo del barocco.

Dopo di esse che rappresentano l’ultimo sorriso dell’arte medievale sarda, alla quale Pisa dal XI al XIII secolo impresse la festosità della sua architettura, l’arte della sesta fu alla mercè delle corporazioni monastiche di mendicanti, sostituitesi ai vallombrosani, ai camaldolesi, ai benedettini e ad altri ordini schiettamente italiani, le quali, moltiplicatesi con incredibile rapidità, soffocarono ogni aspirazione intellettuale, ogni tentativo di rinnovamento artistico.

*

*  *

Le chiese medievali sarde non s’impongono nè per mole, nè per ricchezza, ma hanno eleganze squisite per cui molte di esse assurgono a opere d’arte di grande valore e attraggono per quel fascino derivante dalle cose poco conosciute e di virginea freschezza, senza quelle aggiunte che in altre regioni più ricche deturparono le più belle manifestazioni d’arte medievale. Certe forme arcaiche dell’architettura romanica, che nella stessa Pisa, la nostra madre in arte, vennero nel XIII secolo coperte o distrutte per dar luogo alle ricche strutture a gallerie, sì mantengono integre nella nostra terra, in un ambiente primitivo che ne forma degna e suggestiva cornice. Avanzi di un fortunoso periodo, esse non valgono solamente alla conoscenza del passato, ma s’intrecciano e s’innestano alla parte più bella e più nobile della vita italiana con l’arte che da Roma trasse le forme più vitali e dalla Toscana la leggiadria e l’incantesimo.

In più, questi monumenti, ai quali artefici medievali impressero forme classicamente vaghe, ci sono oltremodo cari, perchè furono i legami che avvinsero alla madre patria la nostra isola e che neanche quattro secoli di dominazione straniera poterono spezzare.

[16]