Pagina:Chilovi - Il nuovo palazzo per la Biblioteca Nazionale centrale di Firenze, 1892.djvu/9

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seduti dalla Biblioteca, i libri che furono di Galileo, oppure un altro esemplare di quelle opere che si sa che esistevano nella sua libreria privata, le edizioni delle sue opere e i libri o gli scritti che prendono in esame le sue dottrine.

All’altra estremità trovasi la Tribuna in onore di Dante (18). In essa saranno riuniti più di 100 codici e più di 400 edizioni diverse della Divina Commedia, che la Biblioteca già possiede, e una ricchissima collezione degli scritti che illustrano le opere del sommo poeta. In questa Tribuna saranno pure conservate le poche ceneri che di Dante possiede la città di Firenze, donate alla Biblioteca dall’illustre statuario Enrico Pazzi.

Da questa Tribuna il visitatore passa alla Sala delle miniature (19), colla quale si completa, e termina il Museo bibliografico.

Vogliamo notare come nel caso in cui la Biblioteca ricevesse in dono altre librerie speciali da tenersi in pubblica mostra, le Sale occorrenti potrebbero facilmente crearsi negli ambienti destinati in questo piano a magazzini di libri e prossimi alla Tribuna galileiana.


Per la ornamentazione esterna dell’edifizio, noi proponiamo di mettere sulla fronte della Biblioteca quattro statue, quelle dell’Alighieri, del Machiavelli, del Galilei e del Buonarroti. Firenze ha la singolare e invidiata fortuna di poter collocare, come geni tutelari della sua maggiore Biblioteca, questi grandi, che da soli rappresentano tutto lo scibile umano, e per opera dei quali partì da Firenze il fascio di luce che ancora illumina tutto il mondo civile.

Per l’ornamentazione interna l’atrio potrebbe essere decorato da due figure simboliche: l’Ispirazione e la Meditazione.

Nel vestibolo del piano terreno, e precisamente di fianco all’ingresso della Sala di distribuzione, è preparato il posto per due grandi iscrizioni. La prima in onore di Antonio Magliabechi, fondatore della Biblioteca, e in onore degli altri generosi che in passato la resero ricca e celebre. L’altra iscrizione direbbe che, riconquistata l’indipendenza e la libertà, il Re Vittorio Emanuele riuniva la Biblioteca Palatina alla Magliabechiana, e così levava questa Biblioteca a insperata grandezza, dandolo il nome di Biblioteca Nazionale. Da ultimo dovrebbe essere accennato come, più tardi, la Biblioteca fu dichiarata Nazionale Centrale.

Nel vestibolo e nella galleria di comunicazione del piano nobile resta poi molto ed onorevole posto per ricordare gli altri benefattori recenti e futuri della Biblioteca. Così pure, volendo, si potrebbero ornare con affreschi le volte e le lunette delle sale del Museo bibliografico.

A’ piedi dello scalone, che dal terreno conduce direttamente al piano nobile, dovrebbero essere collocati da una parte il marzocco col giglio fiorentino, e dall’altra un leone simile collo scudo di Savoia, emblema il primo dell’antica, il secondo della moderna libertà.

Sul grande ripiano di questo scalone, che, come si è detto, sarà illuminato dall’alto, abbiamo lasciata libera la parete che lo separa dal portico per potervi dipingere un grande affresco: La Scuola di Firenze, affresco che, a rassomiglianza della Scuola d’Atene di Raffaello, dovrebbe presentare riunite tutte le persone che, dalle origini fino ai giorni nostri, hanno dato fama e splendore a Firenze nelle lettere, nelle scienze, nelle arti, nelle armi, nelle industrie e nei commerci.


Non abbiamo ancora parlato del primo piano, perchè esclusivamente de-