Pagina:Chizzola - Risposta Di Donn' Ippolito Chizzuola alle bestemmie e maldicenze in tre scritti di Paolo Vergerio, 1562.djvu/255

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cóntra'herXo fcrìtto del Verg. lì 5

ro ; & qual proua adduci tu della emendation fatta ignorantemente ?oue può cader qui ignoranza? Irifpetti perche fi modero i noftri a far quel diuieto furon ottimi,hè conuié che atenerendanconto,badache niun libro fi uieti che o per un rilpetto,o per un’altro non lo meriti : che fe poi fi è uoluto allargar piu la mano,per benignità di chi riiafcia ; onde carierai tu di qui ignorantia alcuna? Il Giudice,anzi il Principe fa bendo le leggi lue,fecondo i tempi, fecondo l’occorrenze, & fecondo il (oggetto,or niega una colà & or la concede ; &chi uolelfe fallare il Principe di tal fatto, farebbe un gran temerà rio. Quante uolte fi uede farli la grida delle arme,& poi dar la licentia,& indi a poco ripigliarla ancora? & nondimeno da niun làuiò potrà cotal mutatione elTèr riprelà. Non fi potrà dire, che fe un libro uietato nell’Indice, fi permetta poi per qualche rilpetto,non habbia però feco la ragione, perche da principio meritalle coli d'elfer uietatOèVeggafi l’Indice & cer chili di ciafcun libro la ragion perche fia uietato, & (libito farà palefe. Veggafi poi anco la ragion perche fi fia moderato, & ella farà nè piu nè meno conolciuta : & le alcun libro non è tale come ho detto, alfegnilo il Vergerio, che io fon fuo. Oue adunque farà qui ignoranza ? Che il Cardinale Aleflàn drino poi fia Principe d’Inquilìtori,tu pur lai che quella è bugia (ancor che non rilieui piu che tanto ) hauendo di compagnia aliai altri (ignori liioi colleghi, che nel detto ufficio tutti fono uguali. Onde dà te in poi, mai huomo alcuno non l’ha chiamato di tal nome, Et non mi merauiglio, fe nella ilpofi- tion,che dai a quello nome?Inquifitori, tu ti rilcaldi alquato, già che la tua pazzia di lor foli fi teme,riconofcédo, che fe uoi fletei mattinili fono i calìigamatti : però tu gli chiami birri, & carnefici (i quali fono minidri della giuditia) perche ellì fono tali che per ogni giuda cagione debbono a te, & a pari tuoi dar il giudo cadigo che meritate : ma uuoi ch’io t’inlègni a non temergli un pelo ? Bonum fac, (dice I’Apoflolo.)& nò timebis poteftatem, Quando o Vergerio tu lafcerai d’eller un trido,& comincierai ad introdurti nella fohiera de buoni,

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'L'indice de ’ Ct ■bri uietati fot toPdolo qtur to,fu fAtt agiti

iftamcnteìétfa " anche con ra* gion corretto » None indigni tà che il Signo re moderi le fntleggU y

Cardinal Alef padrino.

Lttcdgion per che gli eretici - hanno in odio" . l’officio della

inquifuionc »

Row.15.