Pagina:Ciceruacchio e Don Pirlone.djvu/184

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capitolo terzo 177

Pel rione XIII, Trastevere, Antilici Salvatore;
Pel rione XIV, Borgo, Ricciardi Attilio1.

Tutti romani, meno il Carbonaretto, che era di Rocca di Papa, ma da molti anni domiciliato a Roma.

Ciceruacchio portava anch’esso la bandiera del suo rione, sulla quale erano scritte queste parole: amnistia, codici, strade ferrate, municipi, deputati, istruzione; le quali parole - osserva scandolezzato lo Spada - per chi sapea leggerne la portata, equivalevano ad apologia del già fatto, ma ad eccitamento pure pel da farsi2.

Scempiezze! Se Ciceruacchio era un vero patriota e un caldo liberale - quale era realmente - doveva forse agire per conto e nell’interesse dei reazionari e dei gesuiti, e doveva chiedere, anzi, che maggiori e più liberali riforme, il ripristinamento della tortura e del sistema feudale?! . . . .

Una Commissione di Bolognesi aveva recato a Roma una ricca bandiera inviata in dono da Bologna a Roma, in pegno di fratellanza e ad onta delle gare e delle discordie che avevano, talvolta diviso, in passato, le due cittadinanze. Su quella bandiera aveva Pietro Sterbini scritto un coro, che, posto in musica dal maestro Magazzari, fu cantato sulla piazza del Quirinale da trecento coristi.

Si chiamò il coro di Pio IX - osserva melanconicamente lo Spada - i buoni Romani gli largivan tale appellativo, ma era un coro repubblicano bello e buono, e che può considerarsi siccome la Marsigliese dei Romani3.

Infatti, avverte lo Spada che lo Sterbini aveva dapprima dettato il coro composto di sole quattro strofe, di guisa che di Pio IX non era pur menzione, anzi che cosi era stato stampato nella prima edizione; e aggiunge che, soltanto dopo osservazioni fattegli sulla sconvenienza di quell’oblio completo del Pontefice, egli scrisse le due ultime strofe. Benché questa sottile Osservazione e il malizioso commento che la segue siano stati

  1. Luigi Pompili Olivieri, Il Senato romano nelle sette epoche di svariato governo da Romolo fino a noi, Roma, tipografia Editrice Romana, 1886, Voi. II, pag. 61-62.
  2. G. Spada, op. cit., vol. I, cap. XIII, pag. 229.
  3. Lo stesso, ivi, ibid.