Pagina:Ciceruacchio e Don Pirlone.djvu/190

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capitolo terzo 183

aver gustato il conforto di fissare i suoi occhi morenti sopra il Pontefice, la cui benedizione egli chiedeva come una conferma solenne della sua patriottica carriera1.

Il 28 e 30 giugno, adunque, dinanzi ad un elettissimo uditorio, onde rigurgitava la chiesa di sant’Andrea della Valle, si fecero, con singolare autorizzazione del Pontefice, che fornì finanche per la funzione, con inusato esempio, gli apparati funebri della cappella papale, e specialmente per cura del Reverendissima P. Gioacchino Ventura, solennissime esequie in suffragio dell’anima dell’illustre O’Connell Il P. Ventura ne recitò l’elogio, diviso in due parti, una per giorno, tra l’ammirazione e la commozione di un popolo d’ogni ordine che silenzioso e denso gli faceva corona intorno Le assoluzioni si fecero dai signori cardinali Baluffì e Castracane2.

Il padre Gioacchino Ventura era nato a Raulica in Sicilia nel 1792; egli era quindi coetaneo di Pio IX, del quale era stato compagno di studi teologici in Roma. Fervido, acuto, potente aveva l’ingegno; profondissimi erano stati i suoi studi, specialmente in teologia e filosofia. Dotato di fantasia caldissima, di animo ardente egli univa a tutte le doti calme e serene del filosofo e del teologo, le qualità dell’artista. Fluida, ornata, viva spiccava dalle sue labbra la parola, onde egli era presto venuto in fama di eloquentissimo e irresistibile oratore: e lo era davvero. Nel 1828 egli aveva pubblicato in Roma un trattato di filosofia. De methodo philosofandi, che non ebbe la celebrità e la voga dei trattati del Rosmini e del Gioberti, perchè un po’ scolastico nella forma e perchè scritto in latino. Scostandosi dai razionalisti e attenendosi alla scuola della tradizione, il P. Ventura risollevò le dottrine di san Tommaso, cercando di conciliare l’autorità e la ragione, e, quantunque nella prima gioventù fosse stato retrogrado e reazionario e fosse ascritto per qualche tempo nel noviziato dei gesuiti3, in questo suo trattato filosofico, tornato su sé stesso, per una profonda evo-

  1. Contemporaneo del 29 maggio, n. 22.
  2. Contemporaneo del 3 luglio, n. 27.
  3. F. A. Gualterio, op. cit, vol. V, cap. IV; G. La Farina, op. cit., vol. II, lib. III, cap. III.