Pagina:Ciceruacchio e Don Pirlone.djvu/204

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capitolo terzo 197

Il nuovo segretario di Stato, al cui fianco venne a porsi il fratello di lui conte Pietro Ferretti, già esule pei moti politici del 1831, ottenne che fosse subito esonerato dall’ufficio di governatore di Roma monsignor Grassellini che, quand’anche non fosse stato connivente coi reazionari provocatori, aveva dato prova di una imprevidenza e di una inettitudine senza pari; e a lui fu sostituito monsignor Giuseppe Morandi il quale, nel suo editto del 20 luglio, ammetteva la esistenza della cospirazione e affermava essersi già iniziato contro i colpevoli il giudiziario procedimento.

Così dalle tresche tenebrose dei gregoriani e dei sanfedisti con gli Austriaci derivarono due fatti importanti: l’armamento immediato delle popolazioni dello Stato romano e l’occupazione violenta ed arbitraria dì Ferrara, la guarnigione della cui fortezza, concessa dall’art. 103 del trattato di Vienna all’Austria venne, improvvisamente e senza nessuna ragione, rafforzata di ottocento Croati, i quali poi occuparono anche la città 1.


    mestico di sua Santità, 4* edizione, Torino, Giacinto Marietti, tipografo-libraio, 1891, vol. I, lib. I, pag. 134 e seguenti;, il Cantù, il Croce, il Cretineau-Joly, il D’Amelio, il D’Arlincourt, il D’Haunsonville, il De Saint-Albin, il Granier de Cassagnac, il Solaro della Margherita e lo Spada.
          Non menzionano punto la congiura e le sue conseguenze il Beaumont-Vassy, il Cappelletti, il Carrano, il Riccardi, il Ricotti, il Bilvagni, il Torre, il Vecchi e la Withe-Mario.
          Credono la congiura più desiderata dai reazionari che preparata il Bertolini e l’Oriani.
          Non esprime alcuna opinione propria il D’Idevillc.

  1. Biasimano, come ingiusta, o come intempestiva l’occupazione di Ferrara per parte degli Austriaci, gli scrittori Alison, Anelli, Balan, Balbo, Baileydier, Beghelli, Belviglieri, Borsezio, Bertolini, Bianchi-Giovini, Bianchi N., Brofferio, Cappelletti, Carrano, Casati, Cattaneo, Cibrario, Costa di Beauregard. Colombo, Correnti, Croce, Curci, D’Amelio, D’Azeglio, De Boni, De La Forge, D’Haussonville, D’Idevllle, Dall’Ongaro, De Michelis, Del Vecchio, Dyer, Farini, Ferrero, Flathe, Gabussi, Galani, Garibaldi, Garnier-Pagès, Gavazzi, Gioberti, Grandoni, Giusti, Guerrazzi, Guerzoni, Guizot, Hamel, La Farina, Lamartine, Leopardi, Liverani, Lubienscki, Mamiani, Massari, Mastcheg, Mazzini, Minghetti, Miraglia, Mickiowiz, Montaloinbort, Montanelli, Nisco, Orianl, Pandullo, Pantaleoni, Pasolini, Pepe, Perfetti, Perrens, Petruccelli della Gattina, Pianciani, Pinto, Ranalli, Régnault, Reuctilin, Rey, Riccardi, Ricotti, Rossi, Rusconi, Ruth, SafH, Settembrini, Sirao, Solaro della Margherita, Spada, Tabarrini, Tivaroni, Tommaseo, Tommasoni, Torelli, Vannucci, Vecchi, Webar, Zanoni, Zeller.
          Non parlano della occupazione di Ferrara il Beaumont-Vassy, il D’Ar1incourt, il Ricciardi, il Silvagni, il Torre e la White-Mario.
          Fra i novantasei scrittori sopra notati, che trattano della occupazione di Ferrara, vi sono uomini di tutti i partiti ed alcuni di essi sono anzi, quali 11 Balan, il Balleydier, il Croce, il D’Amelio, il D’Ideville, il Lubienscki,