Pagina:Ciceruacchio e Don Pirlone.djvu/212

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capitolo quarto 205

tiche, nel quale egli si gettava con fede e si manteneva con tenacità di principi, con saldo carattere, con coscienza purissima, immacolata, campione ardito e securo delle idee liberali. Dopo aver partecipato, come ministro, al governo delle provincie insorte, durante il breve periodo della rivoluzione, dopo aver sofferto nove mesi di prigione austriaca a Venezia, egli esulava in Francia, dove tenne alto per quindici anni Tonore del nome italiano sia come liberale, sia come gentiluomo, sia come pensatore. Là egli diè opera a parecchie scritture, fra cui, altissima per gl’intendimenti, pei pensieri, pei gravi studi donde scaturiva, fu quella pubblicata nel 1836, che aveva per obietto: Il rinnovamento della filosofia italiana; libro nel quale egli spaziando, sulle ali di una sintesi poderosa, negli amplissimi campi della speculazione, abbraccia, con lo sguardo linceo, le varie dottrine delle opposte scuole filosofiche e, scostandosi ugualmente dai sensisti e dai materialisti da un lato e dai dogmatici e dagli autoritari dall’altro, e richiamando in onore il pensiero dei filosofi italiani, procura di aprire una nuova via agli studi metafisici.

Quel libro sollevò dispute nel campo degli studiosi di filosofia e garbate critiche da parte dell’illustre abate Antonio Rosmini, onde il Mamiani rispose a quegli appunti pubblicando sei lettere in risposta al filosofo roveretano; e più tardi, due trattati assai lodati, uno intitolato: Dell’Ontologia e del Metodo, e l’altro: Dialoghi di scienza prima, in cui, combattendo lo scetticismo, esponeva una bella teorica del progresso.

Più tardi ancora, perseverando negli studi, diè alla luce un altro libro; Dei fondamenti della filosofia del Diritto e singolarmente del Diritto di punire, nel quale oppugnava rigorosamente l’utilitarismo che avevano propugnato come fondamento del diritto statale l’Hobbes e il Bentham.

Il conte Terenzio Mamiani, adunque, tornava in Italia, preceduto da bella fama di insigne filosofo e letterato e di uomo veracemente liberale e di fortissimo carattere1.


  1. Intorno al Mamiani vedi Garnier-Pagès, op. cit., tom. I, § 8; E. Poggi, op. cit., vol. II, lib. IV e V; G. Saredo, Terenzio Mamiani nei Contemporanei italiani, Galleria Nazionale, Torino, Unione tipografico-editrice torinese, 1862 e Terenzio Mamiani nel volume Studi e Ritratti di G. Barzellotti.