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222 ciceruacchio e don pirlone


Il Consiglio comunale si comporrebbe di cento consiglieri, sessantaquattro da scegliersi fra i nobili e i possidenti, trentadue fra gli esercenti professioni, arti liberali e pubblici offici, quattro fra i corpi ecclesiastici. Le prime nomine le farebbe il Governo, successivamente il Consiglio si rinnoverebbe, di triennio in triennio, per elezione del Consiglio stesso. Al nuovo Municipio si affidavano le cure dell’amministrazione della città e territorio: viabilità, edilizia, illuminazione, annona, igiene, istruzione pubblica, nettezza urbana, acque, fontane, custodia dei musei e pinacoteche esistenti in Campidoglio, servizio dei vigili, sorveglianza sulle pubbliche vetture e sul pubblico ornato.

Si assegnavano, per provvedere alle spese, al Municipio, il prodotto dei beni patrimoniali del Comune, quello dei dazi di consumo, compreso il macinato, le tasse sopra le acque, i bestiami, e sopra le patenti per l’esercizio delle arti e delle professioni.

La nuova rappresentanza comunale doveva entrare in azione al primo dell’anno 18481.

Grande, per questo fatto, fu, come dissi, la letizia della cittadinanza e grandi i festeggiamenti.

Il giorno 1° ottobre si adunò alla Lungara, sotto gli auspici di Ciceruacchio, nella locanda Martignoni, il primo nucleo di fanciulli e giovinetti dai dieci ai quattordici anni che, addestrati alle armi e vestiti di militare divisa formavano quel battaglione che fu detto della Speranza, Dopo eseguiti, con molta destrezza e disinvoltura, le esercitazioni militari, quei giovinetti sederono al desco medesimo col loro Ciceruacchio. In una magnifica sala della locanda stava apparecchiata una magnifica mensa. Si dissero dei brindisi: quello di Ciceruacchio fu questo:

Viva la nuova civica! . . .
Più non temiam perigli
D'antichi eroi siam polvere,
Del nono Pio siam figli.2


  1. Oltre il Farini, il Ranalli, il La Farina, Belviglieri, lo Spada, il Reuchlin, il Garnier-Pagès, il Perrens, il Ruth, il Saffi, ecc. ecc., per la istituzione del Municipio romano, consulta Luigi Pompili Olivieri, nell’op. cit. Il Senato romano nelle sette epoche di svariato governo, ecc., vol. II, da pag. 41 a 46.
  2. Pallade del 10 ottobre, n. 72.