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224 ciceruacchio e don pirlone

La lettera con cui i Romani inviavano la bandiera di drappo finissimo con i ricami d’oro e d’argento e nel mezzo da un lato la lupa che allatta i gemelli, dall’altro in campo rosso un’iscrizione con pacifico olivo, la quale diceva Roma offerire questa bandiera a Ferruccio e, nelle fasce che reggevan le nappe, in una si leggeva: «Viva Pio IX Pont. M.», nell’altra: «S. P. Q. R.»1, la lettera, breve e vigorosa, diceva cosi:

«Il popolo Romano al popolo Gavinanese.

«Se Toscana festeggia Ferruccio come eroico concittadino, Roma intende onorarlo com£ gloria italiana, perchè tutto ciò che appartiene ad uno Stato d’Italia, appartiene all’intera nazione. Le gare dell’egoismo municipale sono spente perchè i popoli han potuto intendersi. Fratelli Toscani, noi vi mandiamo questa bandiera, aggiungetela ai trofei del grande Soldato.

«Se la libertà spirò con lui, noi la vediamo risorgere in questo di che possiamo onorarne popolarmente la intemerata memoria. Antico coraggio e concordia nuova ritemprino la nostra virtù e com,piano le communi speranze. Iddio che veglia i diritti dei popoli, aiuti i principi nostri a convalidare sempre più l’unione italiana.

«Roma 6 ottobre 1847.

«I vessilliferi dei 14 rioni, Angelo Brunetti detto Ciceruacchio. Salvatore Piccioni, Francesco Invernizzi, Carlo Dinelli, Girolamo Conti, Carlo Vari, Luigi Caravacci, Giosuè Guglielmotti, Salvatore Antiliei, Pietro Paolo avv. Martinetti, Giuseppe Gregori, Eugenio Venier, Biagio D’Orazio, Cesare Croce»2.


  1. Pallade del 16 ottobre n. 81. Per la festa di Gavinana, cf. Archivio storico triennale italiano, vol. I, pag. 90; G. Montanelli, op. cit, vol. II, pag. 25 e seg.; G. Spada, op. cit., vol. I, cap. XIX.
  2. Pallade del 16 ottobre, n. 81; Contemporaneo del 16 ottobre, n. 42. E qui noto che il Cantù, Storia degli Italiani, vol. XIV, cap. CXC, infuria contro il Guerrazzi, a Gavinana «ritraente a colori biblici la possa di un popoletto che potè resistere a Carlo V padrone di due mondi; e mostrando come le discordie fraterne avessero tutto mandato a ruina, invitaóa a giurare eterna concordia. E concordia, risorgimento, Italia, èra nuova, ripeteansi dappertutto: quasi le stesse persone dappertutto ricomparivano: abdondando e declamazioni e tutto ciò che in politica è inutile, nulla di ciò