Pagina:Ciceruacchio e Don Pirlone.djvu/300

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capitolo quinto 293

di Rignano, generale di brigata capo dello Stato Maggiore della civica stessa e il duca Michelangelo Caetani di Teano, il quale era presidente del Circolo romano.

Il principe Corsini ebbe il lodevole coraggio di parlare alto ed aperto a sostegno delle popolari domande e specialmente sulla necessità di dare l’amministrazione della cosa pubblica in mano ai laici e sulla urgenza di provvedere subito ed efficacemente agli armamenti.

E pare certo che le sue parole trovassero valevole sostegno da parte del principe di Teano e del duca di Rignano1.

La guardia civica, in questi tumulti, diede nuova prova del suo patriottismo, poichè molti civici corsero in armi a mescersi alla folla e, nel tempo stesso, nuova prova diede della sua disciplina; poichè, battuta la generale dai tamburi per chiamare i militi a raccolta, accorsero essi numerosissimi ai respettivi quartieri e prestarono lodevolissimo servizio pel mantenimento della tranquillità e dell’ordine pubblico; tanto che la guardia stessa ottenne dal Papa, cinque giorni dopo, l’autorizzazione di prestare servizio nella propria anticamera2.

In seguito a questi fatti, la sera del 10 il Ministero presieduto dal cardinale Bofondi diede le sue dimissioni, mentre il Papa mandava fuori la famosa allocuzione, nella quale, riaffermando il suo vivo desiderio di formare la felicità de’ suoi popoli, dichiarava che egli era sempre sul meditare, salvi i suoi doveri verso la Chiesa, circa il modo di allargare le istituzioni date, e ad accrescere nel Consiglio de’ suoi ministri la parte laicale. Affermava aver pensato al riordinamento delle milizie prima ancora che la voce pubblica lo richiedesse; coltivare lui amichevoli relazioni con gli altri principi d’Italia; nulla che giovar possa alla tranquillità e dignità dello Stato sarà mai da lui negletto; ma esser pronto a resistere agl’impeti disordinati e alle domande non conformi a’ suoi doveri. «Ascoltate dunque — l’allocuzione è indirizzata ai Romani — la voce paterna che v’assicura: e non vi

  1. Pallade del 10 febbraio, n. 164; Contemporaneo del 12 febbraio, anno II, n. 18; Bilancia del 10 febbraio, n. 95; Speranza del 10 febbraio, anno II, n. 22; F. Ranalli, op. cit., lib. VII, pag. 388; G. Spada, op. cit., cap. III; A. Saffi, op. cit., cap. VII, pag. 164; C. Tivaroni, op. cit., vol. II, vol. II, parte VII, cap. V, § 4°; C. Belviglieri, vol. III, lib. XV, pag. 37.
  2. Vedi documenti 7, 8 e 9 .