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312 ciceruacchio e don pirlone

biettivi uscirei anche io dal campo obiettivo della realtà storica: onde riconosco che anche gli scrittori partigiani e papalini, quali il Balan e il Balleydier, il Croce e il D’Arlincourt, il De SaintAlbin e il Lubienscki dovevano necessariamente esservi, come dovevano esservi, i dottrinari moderati quali il Balbo, il Parini, il Minghetti, il Pantaleoni, come dovevano esservi i parziali per i repubblicani quali il Vecchi, il Gabussi, il Miraglia, il Rusconi.

Importante è la confessione che fa lo Spada a questo punto e cioè che una parte del basso clero, eccitata dai libri del Gioberti, odiasse i gesuiti e fomentasse in mezzo al popolo le ire contro di essi1. Come importante è qui una confessione del Grandoni. Una lettera autografa fu indirizzata dal Papa - sempre perseguitato dal fantasma, ad arte suscitato continuamente dinanzi a’ suoi occhi sbigottiti, del saccheggio e delle rapine cui eran presti, secondo i paurosi suoi sogni, i facinorosi - al generale della guardia civica perchè eccitasse i militi a vegliare alla tutela dell’ordine pericolante; e quella lettera, in tante copie conformi, controfirmate dal tenente colonnello dello Stato Maggiore della guardia civica stessa Felice Cleter, fu affissa nei quartieri dei quattordici battaglioni. Ora il Grandoni confessa come questo fatto producesse effetti dannosi alla concordia, in quanto suscitasse in alcuni comandanti civici eccessi di zelo, che potevano condurre ad un pericoloso dissidio nelle file della milizia cittadina2.

Giungevano, di quei giorni, in Roma il generale Giovanni Durando e il colonnello Andrea Ferrari, chiamati al riordinamento delle milizie pontificie e il nuovo Ministero, interprete dei desideri popolari, dava opera a provvedere armi e a prepararsi alla guerra, che tutti ormai sentivano essere imminente ed inevitabile.

Ma fatti più gravi e importanti avvenivano a Vienna il 13, il 14 e il 15 marzo; mentre a Roma il Papa, costretto a largire la Costituzione, si preparava a dimostrare come Papato e libertà, Pontificato e italianità siano idee inconciliabili assolutamente, la gioventù studiosa e il popolo di Vienna, insorgendo a tumulto,

  1. G. Spada, vol. II, cap. V, pag. 121.
  2. B. Grandoni, op. cit., pag. 151.