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416 ciceruacchio e don pirlone

santo, né giacobino, ma un prete che, nella prima allegrezza di vedersi eletto Papa, sentì intenerirsi il cuore, e volle tutti allegri, ma come vide che l’allegria si mitò in rivoluzione, ed ei si fu avvezzato al Papato, si penti e tornò prete nota.

Un altro illustre scrittore straniero, Emilio Castelar, cosi eloquentemente e sapientemente giudica quella situazione e quegli avvenimenti: «La prova di quanto egli - Pio IX avrebbe potuto fare con questi grandi mezzi, si riscontra in quello che fece con mezzi poveri, con riforme timide, con leggeri, anzi leggerissimi palliativi. Un’amnistia, che richiedeva anticipatamente la formula servile del giuramento; una Commissione nominata per istudiare le riforme indispensabili; una Camera consultiva, che si componeva di un rappresentante per ciascuna provincia, eletto dal Pontefice su tre nomi proposti dal Legato; un Consiglio di cento mentori, che dovevano eleggere tra di loro un Senato: tutte queste timide mostre di rinnovamento sociale bastarono a risvegliare l’Italia, a far sì che i Principi, sebbene restii, adottassero codici liberali; a mo’ d’esempio, i Duchi di Modena e di Parma; ad aprire in Sicilia le porte delle prigioni segrete, a far corrette un alito di libertà per l’aria infestata di Napoli, a costringere lo straniero a ritirarsi da Ferrara, dinanzi a una protesta pontificia; ad armare il braccio di Carlo Alberto per la causa dell’indipendenza; a rovesciare Guizot in Parigi, e Metternich in Vienna, a far sorgere le cinque giornate di Milano, che furono cinque giorni di salutare martirio; a far ridestare fra gl’incantevoli splendori delle lagune, l’anima morta di Venezia; a trasformare con la nuova fede i cuori più chiusi ad ogni sentimento religioso, a infondere negl’Italiani il loro antico valore. E, in pochi giorni, dei centomila Austriaci mandati a opprimere quella terra, quattromila furono cadaveri, ventisettemila feriti o tolti di combattimento, gli altri sbaragliati; soltanto perchè parole di libertà proferite dall’alto del Vaticano avevano quasi messo nuovo sangue nelle vene

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  1. L. Settembrini, Ricordanze della mia vita, Napoli, cav. Antonio Morano editore, 1879, cap. XVIII.