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Pagina:Ciceruacchio e Don Pirlone.djvu/515

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508 ciceruacchio e don pirlone

Luigi Cardinal Ciacchi, legato apostolico della provincia di Ferrara.
Filippo Brasolli, commissario del Governo dello Stato di Parma.
Paolo Musiari, commissario del Governo dello Stato di Parma.
Vincenzo Ronchi, testimonio alle premesse firme.
Eliseo dottor Monti, testimonio.


Documento N. LXVI.*1


Ferrara, 17 aprile 1848.

Generale,

Risposi a Pesaro alla prima lettera che mi dirigreste da Ancona; può essere che la riceviate più tardi, siccome mi succede spesso.

Il Ministro mi scrisse di prendere per le operazioni le istruzioni dal re Carlo Alberto. Ho spedito perciò un ufficiale d’ordinanza al quartier generale piemontese. Mi fu risposto dovere l’esercito pontificio formare la destra dell’armata, operando fra il Po, l’Adige ed il Mincio in combinazione colla destra piemontese. Osservai a questo ordine che le Provincie venete, di Padova e di Vicenza, sarebbero rimaste scoperte, se tutte le forze avessero seguito il movimento a sinistra. Venni quindi autorizzato a lasciare una parte delle medesime a coprire il padovano.

Io non saprei chi meglio di voi possa eseguire questa commissione, e però una volta che la vostra divisione siasi riposata alcun poco, vogliate dirigervi colla medesima per Rovigo a Padova, Monselice, Este o quale altro punto vi assicuri sussistenza ed appoggio. lu Ferrara lascerò a vostra disposizione duecento cacciatori a cavallo, e scrivetemi se volete una mezza batteria finchè non diventi una, come mi fanno credere da Roma sarà senza ritardo eseguito. Io mi porrò in marcia giovedì per Ostiglia e di là a Nogara, ove riceverò nuovi ordini; le vostre comunicazioni potrete dirigerle per Ostiglia. La posizione di re Carlo Albarto è la seguente: quartier generale e riserva a Volta, corpo di diritta a Goito, la sinistra a Monzambano, fin vicino a Peschiera. Questa città fu cannonata lungamente, furono distrutte due lunette, ma la piazza avant’ieri resisteva ancora. Sulla sinistra del Mincio vi furono delle avvisaglie, ma finora non vi più nessuna fazione d’importanza dopo il combattimento, per cui Goito e Monzambano caddero. Radetzki ha trentacinquemila uomini oltre le guarnigioni. Occupa Verona ed estende verso il Friuli gli avamposti fino a Caldiera e Montebello. Vedrete quanto si sono sbagliati i giornali, riferendo la caduta di Peschiera, la battaglia del 14 e l’attacco di Verona.


  1. Dalle Buste della miscellanea politica ecc. Busta 25, Copertina 140. Questo documento e alcuni altri di quelli che seguono, furono già pubblicati nel 1848 dal maggiore Mattia Montecchi, quartier mastro della divisione Ferrari (Fatti e documenti riguardanti la divisione civica e i volontari mobilizzati sotto gli ordini del generale Ferrari, Roma, tipografia della Pallade Romana, 1848; opuscolo che fu poi ripubblicato nella raccolta Documenti della guerra santa, Capolago, 1850, vol. IV). Ora poichè quei due volumi sono divenuti rarissimi, poichè questi documenti sono quasi dimenticati, poichè essi sono intimamente legati con tutti gli altri nuovi che io pubblico e che il Montecchi non potè conoscere e non pubblicò, io li ripubblico, qui, anche perchè sono documenti importantissimi, notandoli con un asterisco.