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documenti 529

Questa mattina un corpo di 400 volontari Modonesi (sic) furono sbaragliati dalla guarnigione di Mantova. Essi senz’ordine si erano situati in due o tre villaggi a prossimità della piazza. La dritta piemontese sostenne un cannoneggiamento di più ore. Il quartiere reale è sempre a Volta.

Colgo quest’occasione per professarmi col più profondo rispetto

Di S. E. R.

Devotissimo servitore
Durando.


A S. E. R. il signor Cardinale Legato, Ferrara.


Documento N. XCVI1

Bologna, 22 aprile 1848.

Generale,

Non avendo ricevuto neppur riscontro alla mia direttavi il giorno 18 corrente, questa vi sarà rimessa dal mio aiutante di campo signor maggiore Masi.

Duolmi il ripetervi che allorquando un’armata composta di vecchie e nuove truppe è in organizzazione, è dovere di chi assume il comando superiore, trattandosi di far la guerra, frammischiare i vecchi coi nuovi reggimenti, farli appoggiare dalle armi accessorie (cavalleria, artiglieria e genio) in ragione delle loro forze e ciò per abituare i giovani soldati ed evitare dei sinistri, che sogliono succedere, allorquando un generale divide totalmente le vecchie dalle giovani truppe, per farle agire separatamente, a meno che le truppe di pronta organizzazione (guardie nazionali) non siano chiamate a difendere e proteggere un paese montagnoso.

Spero pertanto che queste mie giuste osservazioni vi faranno riflettere e decidere a cedermi la metà delle vostre truppe e rimpiazzarle con altrettante delle mie (per l’infanteria).

Riguardo poi a armi accessorie, cavalleria, artiglieria e genio, devono essere ripartite in egual porzione, tanto più che le due divisioni sono chiamate ad agire in paese piano, colla differenza che la vostra si appoggia, per così dire, alla dritta dell’armata piemontese; mentre la mia, secondo le vostre istruzioni in data 17 corrente, è chiamata ad agire a lunghe distanze, e lontana dalle sue basi di operazione, in un paese che non offre altro appoggio che qualche corpo franco d’infanteria, paese però che sotto tutti i rapporti ha diritto ad attendere pronti soccorsi da coloro che si dicono difensori dell’onore e della indipendenza italiana.

D’altronde, Generale, avvezzo da lunghi anni a quella franchezza che caratterizza un vecchio soldato, dirò che la responsabilità in simili circostanze e il biasimo dell’opinione pubblica cader deve su colui e su coloro nelle cui mani è il potere.

La mia divisione sarà concentrata domani in Bologna ed appena qualche giorno di riposo mi avvierò verso Ferrara per indi passare il Po. Attendo dunque da voi, Generale, istruzioni chiare e positive.

Credetemi

Vostro
Il Generale comandante la divisione
Firmato: Ferrari.



  1. Dalle Buste della miscellanea politica ecc. Busta 25, Copertina 140.