Pagina:Ciceruacchio e Don Pirlone.djvu/555

Da Wikisource.
548 ciceruacchio e don pirlone

Non posso nascondere all’E. V. l’amarezza del mio core nel vedermi nella impossibilità assoluta di soddisfare a queste giustissime richieste, come più volte ne ho richiesto all’ R. V.

Nonostante però queste difficoltà, ho la quasi certezza che dimani 4 corrente il 1° e 2° reggimento volontari si metteranno in marcia da Ferrara, per raggiungermi a Padova. L’azzardo fece venire a me in Bologna un capitano di Stato Maggiore, spedito dal Generale che comanda l’armata Napoletana, e dopo un lungo colloquio potei ottenere, però sino ad ora non officialmente, la promessa che quel Generale, viste le relazioni di vecchia amicizia, mi avrebbe fatto raggiungere a doppie tappe da un reggimento di cavalleria, e da una batteria volante, affine di appoggiare la mia divisione, che ne è totalmente sprovvista, dappoichè il generale Durando nulla ha lasciato.

Nell’incertezza però di un tale appoggio (cavalleria ed artiglieria napoletane) ho voluto, per quanto è possibile, sovvenire ai miei più urgenti bisogni, con avere organizzato una sezione di due pezzi di cannoni da campagna a Bologna, non che una a Ferrara, totale quattro pezzi da sei col personale corrispondente. Detta batteria porterà il nome di Bologna-Ferrara.

Ho l’onore di protestarmi

Devotissimo servo
Il Generale comandante
Ferrari.



Documento N. CXXIV.1

COMANDO GENERALE DELLA GUARDIA CIVICA.

Circolare.


Signor Comandante,

A smentire le voci calunniose che si vanno spargendo da taluni sopra una corta diffidenza, nata in quest’ultimi giorni nell’animo di S. Santità verso la Guardia civica, gioverà far conoscere all’intero Corpo quanto si contiene in un rapporto straordinario della Guardia Reale di ieri 3 corrente.

Avendo la guardia suddetta, per mezzo del suo capitano, espresso alla Santità Sua desiderio di godere della vista dell’amato Sovrano vedendolo uscirò per la città, come è suo costume, Sua Santità, benchè non credesse conveniente accedere pienamente ai voti dei militi, pure si degnò ammettorli, dopo smontata la guardia, al bacio del piede, accogliendoli con segni di particolare benevolenza, ed assicurandoli della intera fiducia ch’egli ha sempre riposto nella benemerita Guardia cittadina.

Farà noti colla maggior possibile pubblicità questi sentimenti del Santo Padre ai militi del suo battaglione.

Roma 4 maggio 1848.
Il Generale di brigata
D. Di Rignano.



  1. Dalle Buste della guardia civica ecc. Busta 36.