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condussero1, e per dimostrare altresì essere stata la rivoluzione mossa, proseguita e compiuta, non dall’elemento romano, ma dagli estranei2.

Uomo calmo e pacifico, temperato e moderato nel dire, procura e si sforza di comparire obiettivo e imparziale, ma non vi riesce cosi che, spesso spesso, il suo spirito papalino non si palesi in loiolesche insinuazioni, o in aperte diatribe, o in riflessioni casuistiche e subiettive.

Analitico e minuzioso, accuratissimo raccoglitore di infiniti documenti, giornali, opuscoli, biografie, foglietti volanti, proclami, editti che si pubblicarono nel triennio 1846-1849, cita continuamente, a pie di pagina, tutte quelle parti e quei frammenti di documenti che giovano al suo assunto, ma si guarda bene dal citare tutte quelle altre parti, che dimostrerebbero il contrario di ciò che egli vuol provare. Non fornito da natura di sguardo sintetico, miope, gretto, piccino, come storico, lo Spada non abbraccia e non considera nel loro complesso le relazioni delle cause e degli effetti, ma con quella sua calma apparente, con quel suo stile mite e casalingo, cerca di sottilizzare, nella indagine particolare delle cause minuscole, obliando le maiuscole, e a quelle ricollegando, con faticosi sofismi, ma sempre arbitrariamente ed erroneamente, i massimi effetti. Insomma è storico pericoloso per gl’intelletti volgari ed inesperti perchè, passionatissimo quale pure egli è, appare, sovente a chi non sappia penetrar bene il veleno dell’argomento, temperato e imparziale.

Ora mi è sembrato che non fosse opera difficile - man mano che mi inoltrerò nella narrazione degli avvenimenti, in questo mio volume, - il combattere le fallaci argomentazioni e le più fallaci deduzioni dello Spada, e di fatto lo farò, siccome i lettori vedranno; ma intanto importa, fin dal principio, dimostrare la puerilità dell’argomento principale, su cui fonda tutto il suo sistema di giudizi e di apprezzamenti lo Spada.

Lascerò da parte che è falso assolutamente che l’elemento cittadino di Roma fosse quasi estraneo alla rivoluzione e che in quella piccola parte che esso vi ebbe, vi venisse, inconsape-

  1. Giuseppe Spada, op. cit., vol. I, Discorso preliminare, pag. 17 e 18.
  2. G. Spada, op. cit., vol. I, Lettera di G. Spada ai suoi concittadini, pag. 33.