Pagina:Ciceruacchio e Don Pirlone.djvu/80

Da Wikisource.

capitolo secondo 73

Così, nello stesso istante e con la stessa mano, il Pontefice assolveva e benediceva i ribelli di Rimini, e premiava coloro che quei ribelli avevano combattuto ed oppresso. Così cominciava, fin dal primo giorno, la politica dell’altalena, la politica - mi si consenta la frase volgare, ma così espressiva - di un colpo al cerchio e l’altro alla botte, la politica di inevitabile contraddizione, nella quale, per inesorabilità di legge storica, era condannato a dibattersi affannosamente Pio IX, nella quale doveva, lacrimata, ma fatalmente necessaria vittima, perire, miseramente, l’illustre statista Pellegrino Rossi.

Ora, tornando alle manifestazioni popolari di Roma, convien qui dire che in esse apparisce la maschia, bella e immacolata figura del popolano Angelo Brunetti, detto Ciceruacchio.

Chi era Ciceruacchio? Quali i suoi precedenti, le opere, le opinioni sue?

Angelo nacque in Roma, in quella parte del rione Campo Marzio, nota sotto il nome di rione del popolo o dei popolanti, e che propriamente si estende da Ripetta fino all’antico Mattatoio, e comprende tutte le viuzze che hanno per centro piazza dell’Oca e che stanno sulla destra della via di Ripetta a chi la percorra proveniente da porta del Popolo. Egli nacque da Lorenzo Brunetti e da Cecilia Fiorini, ambedue romani e discendenti da antiche famiglie popolane di quel rione, il 27 settembre dell’anno 18001.

Il bambino era bianco, roseo, biondo, dagli occhi azzurri, grosso e rotondo più dell’ordinario. Per quella abbondante rotondità di forme infantili, le comari del vicinato, togliendolo dalle braccia della sora Cecilia e vezzeggiandolo e palleggiandolo, cominciarono, in coro, a dire: Oh che bel Ciccio!... Oh che bel Ciccio!... e altre ad aggiungere: È grasso come un rocchio, oh che bel rocchio! Oh che bel ruacchio!2 E di lì derivò, fin dalla infanzia, il soprannome di Ciceruacchio3.


  1. Augusto Colombo, Angelo Brunetti detto Ciceruacchio, cenni biografici, Roma, Capaccini e Ripamonti, editori, 1879, pag. 9 e 10.
  2. Parole del dialetto romanesco, con le quali si indica un bel pezzo di carne di bove, tagliato nelle parti posteriori dell’animale.
  3. Augusto Colombo, op. e luogo citati. Tale origine del soprannome dato al Brunetti mi fu pienamente confermata dal dott Pietro Guerrini, dal cav. Giuseppe Benai e dal colonnello Giacinto Bruzzesi, tre valorosi e onorandi patrioti romani, coetanei ed amicissimi di Angelo Brunetti.