Pagina:Codifica numerica del segnale audio.djvu/278

Da Wikisource.
260 Codifica numerica del segnale audio

Fig. 6.37 - a) Schema di comunicazione con BMU e b) organizzazione dei pacchetti trasmessi.

6.7 LA TECNICA PWI

La tecnica di codifica PWI (Prototype Waveform Interpolation) si presta particolarmente ad essere impiegata per tratti di segnale vocale molto stazionario e cioè tipicamente per tratti di segnale fortemente vocalizzato. Non si presta invece ad essere usata per i tratti non vocalizzati dove non esiste un prototipo di forma d’onda di riferimento. La tecnica è stata impiegata quindi in codificatori multi modo che impiegano tecniche diverse per tratti di segnale diversi ed in particolare per codificatori a velocità variabile.

L’algoritmo PWI genera il segnale di eccitazione del filtro di sintesi LPC interpolando forme d’onda “prototipi” di lunghezza pari al periodo del pitch. Lo strumento base impiegato è costituito spesso dalla DFT pitch sincrona.

È stato più volte ricordato che il segnale residuo di predizione relativo ai tratti vocalizzati presenta una struttura quasi periodica con periodo pari al pitch. È quindi possibile suddividere un determinato frame di segnale vocalizzato in una sequenza di Nr segmenti di lunghezza P, con P periodo del pitch, come indicato in figura 6.38.

È evidente che in generale un frame non conterrà un numero intero di segmenti e pertanto si considerano anche campioni del frame precedente. Con questa operazione si producono Nr vettori di lunghezza P che possono essere