Pagina:Collenuccio, Pandolfo – Compendio de le istorie del Regno di Napoli, 1929 – BEIC 1787614.djvu/122

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regno e Filippo occupato in Alemagna, una nuova perturbazione degna di notizia accadette nel regno di Napoli de la natura e modo che appresso scriveremo. Sibilla, donna che fu di Tancredo normanno e madre di Guglielmo VI castrato, la quale dimostrammo di sopra esser stata mandata in Alemagna col detto figliuolo, morto Enrico VI, mentre stavano le cose del regno e de l’imperio ne le turbolenze predette, si parti con destro modo di Alemagna e con le sue figliuole venne a Roma al pontefice, dimostrandoli il regno di Sicilia di ragione appartenere a la sua prima figliuola per successione di Tancredo e di Guglielmo, e dimandògli aiuto a maritarla e restituirla nel regno. Il papa allegando la sua indisposizione e impotenza a tanta impresa, la confortò ad andare in Francia, offerendoli poi tutto quello potesse. Andò Sibilla al re Filippo di Francia e li espose la cagione de la sua andata e il consiglio del pontefice. Il re adunati tutti li baroni del regno a Mellun sopra la Senna, fece consiglio circa la proposta di Sibilla, offerendo conveniente aiuto a chi volesse pigliare la impresa. Era tra li altri baroni un valoroso cavaliero di Campagna, uomo di gran lignaggio nobile e di gran cuore, ma molto povero, chiamato Gualtiero da Brenna (che è terra nel contado di Barro sopra il fiume de l’Auba) figliuolo del conte Gerardo da Brenna e fratello di Giovanni da Brenna, che fu poi re di Hierusalem, del quale piú innanzi forse accaderá far menzione. Questo conte Gualtiero infine accettò l’impresa, e sposata la maggior figliuola di Sibilla, ebbe dal re di Francia venti mila libre di parisini per aiuto. Passò dappoi in Italia Gualtiero con sessanta cavalieri e circa quaranta altri uomini e serventi a cavallo, e presentatosi al papa lo richiese di favore e aiuto a lo acquisto del regno secondo la promessa fatta a la suocera. Dimandandoli il papa con che gente andava, e inteso da lui de li cento cavalli solamente, li disse questa esser molto poca somma, avendo a andare contra tre mila cavalieri e molta gente. Rispose Gualtiero confidarsi piú in Dio e ne la giustizia, che nel numero de li uomini. Allora il papa, il quale non aria piú