Pagina:Collenuccio, Pandolfo – Compendio de le istorie del Regno di Napoli, 1929 – BEIC 1787614.djvu/126

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Sassonia e il re di Boemia e li arcivescovi di Magonza e di Treveri, che erano con lui, lo lasciorno di fatto e con le lor genti tornorno oltra monti: onde vedendosi destituto, li fu forza ancora lui levarsi da la impresa e tornare in Alemagna. In quel mezzo che Ottone stava ne l’escomunica e contumacia predetta, li principi di Alemagna che a Federico in cuna avevano giurato fedeltá, col consiglio del re di Francia elesseno imperatore Federico giovine di venti anni, di ottima indole e che ne l’aspetto dimostrava aver a riuscire uomo virtuosissimo e valoroso; e li mandorno solenni ambasciatori, i quali per via avessino ad operar col papa che confermasse tale elezione e appresso questo confortassino Federico a passare in Alemagna a recuperare l’imperio contra Ottone deposto. Avea Federico per donna una sorella del re di Castiglia chiamata Constanza, la quale insieme con altri suoi baroni, come teneri e gelosi de la salute e vita di Federico, feceno gran prova per ritenerlo che non andasse in Alemagna, secondo che li ambasciatori procuravano; ma in fine Federico tutto generoso, avendo giá un picciolo figliuoletto di lei chiamato Enrico, lasciando lui e la madre in Sicilia, virilmente prese il cammino per terra, e consigliatosi a Roma con il papa di quello avea a fare, andò a Genova ove fu sommamente onorato e da genovesi poi accompagnato sicuro insino a Pavia, divertendo da Milano come inimico a la casa di Svevia. Da Pavia sino a Trento fu da pavesi e cremonesi fedelmente accompagnato, donde poi per monti e vie difficili e aspre, per essere occupato il paese da inimici, passò in Alemagna sopra il Reno racquistando tutte le terre de l’imperio; e col favore ancora di Filippo re di Francia vinse e debellò Ottone, in modo stringendolo che li fu forza ridursi in Sassonia sua patria, ove senza gloria mori.

Composte le cose di Alemagna, tornò in Italia Federico e da Onorio III allora pontefice con incredibile pompa, plauso e favore fu coronato imperatore il di di santa Cecilia ne l’anno 1220: per la quale coronazione fece molti eccellenti doni, e tra li altri donò Fundi col suo contado, che per ragion