Pagina:Collenuccio, Pandolfo – Compendio de le istorie del Regno di Napoli, 1929 – BEIC 1787614.djvu/141

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imperatore constantinopolitano, il quale chiamato al concilio, pel reame e per la Marca venne a Verona a parlare a Federico e da lui fu licenziato et esortato a dar favore a la concordia appresso al pontefice. Mosse poi verso Cremona l’imperatore con intenzione di transferirsi ancor lui personalmente a Lione, e in Cremona fece cavaliere Federico suo figliuolo predetto e di sua mano li cinse la spada, poi con onorevole compagnia movendosi per Lione, si condusse insino a Torino. In quel mezzo li oratori di Federico appresso al pontefice (che properava a la sentenza) instavano che si aspettasse la persona e presenza de l’imperatore, e non possetteno ottenere; anzi il pontefice avendo giá proposto ne l’animo quello volea fare, per provvedere al pericolo de’ suoi, scrisse in secreto a tutti li suoi amici e parenti, i quali molti e nobili avea in Parma, che se bene dovessino uscir nudi, si levassino incontinente con tutto il lor meglio di Parma. La qual cosa come intese esser fatta, senza piú differire fulminò la sentenza de la deposizione contra Federico senza udire o ammettere umiliazione ovvero offerta alcuna che li suoi mandatari facessino; e in quell’anno partirno da Parma e da la devozione de l’imperio Gerardo da Correggio e li suoi figliuoli e li altri di casa Correggense e messer Bernardo de’ Rossi, nobile parmesano.

Veduta la ostinazione e furia del pontefice Federico, e che il disegno suo del comparire a Lione non succedeva, congregò tutta la milizia imperiale del Piemonte e fece molte correrie e danni a’ milanesi e tornò a Lodi, ove fece cavare un occhio per uno a sessanta balestrieri genovesi che furono fatti prigioni nel guasto di Milano, poi passò in Toscana l’anno 1246. Era allora Fiorenza divisa in parti e la cittá in arme: onde per componere le cose loro, una parte e l’altra li venne incontra e li diede la terra e pieno dominio di essa; per la qual cosa il conte Pandolfo, che era capitano in Toscana per l’imperio, entrò dentro la cittá con tutto l’esercito e insieme con messer Taddeo da Sessa, che era allora tornato da Lione, ordinò la terra e fecene podestá Federico figliuolo de Firn-