Pagina:Collenuccio, Pandolfo – Compendio de le istorie del Regno di Napoli, 1929 – BEIC 1787614.djvu/149

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le catene, le quali erano in modo acconcie che subito si scioglieano, e preseno l’arme virilmente gridando: — Imperio, imperio —; e ammazzando uomini e pigliando le porte e intromettendo l’esercito, preseno di subito il castello. E li traditori morti e le lor case ruinate, fu stabilito quel loco al dominio de l’imperatore.

Fatto questo, nel medesimo castello San Miniato fece cavar li occhi a Piero da le Vigne, il quale essendo stato il primo uomo de la sua corte e notissimo a tutto il mondo, non potendo sostenere di vivere piú senz’occhi e stimolandolo la coscienza de l’aver tradito il suo signore, se medesimo in conspetto pubblico ammazzò. Questo fine ebbe Piero da le Vigne, iurista di molta dottrina et esperienza, tra li pochi di quelli tempi nominato grandemente e avuto in gran reputazione. Lasciando San Miniato Federico per il cammin dritto, senza toccare il territorio fiorentino, se ne andò a Siena e di li in Puglia a Foggia l’anno 1250, ove intese il re di Sardegna suo figliuolo, essendo stato chiamato da’ modenesi per sussidio contra bolognesi, due miglia lontano da Modena virilmente combattendo esser stato preso e menato a Bologna in prigione il mese di maggio. E per questo il legato apostolico e l’altre genti ecclesiastiche e guelfe per Lombardia e per Romagna e per Toscana, come libere per l’assenza sua e prigionia di Enzo, scorrevano il paese e per prodizione e per forza e per accordo tutti li stati imperiali rebellando e voltando occuporno; onde Federico con piú animo che mai si diede a far denari e gente d’arme per tornare potentissimo in Lombardia e far aspra vendetta de’ suoi nemici.

E non è dubbio che Federico aria fatto grandissime cose, se ’l comun fine de li uomini in quell’anno infelice e avverso non vi si fusse interposto, contra l’opinione e credere suo; però che essendo ancor fresco di etá e vigoroso, era persuaso non aver a morire altrove che in Fiorenza, ovvero territorio fiorentino; e però nel prossimo suo ritorno qual fece di Toscana in Puglia, schivò il paese fiorentino, essendo premonito da un divinatore, il qual diceva avere colloquio con un spirito,