Pagina:Collenuccio, Pandolfo – Compendio de le istorie del Regno di Napoli, 1929 – BEIC 1787614.djvu/174

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opponere con li guelfi di Toscana, e nel fatto d’arme fu morto; poi venne a Siena, ove li mandati del papa lo ammonirono che non dovesse andare contra Carlo né impacciarsi del regno di Napoli, che era cosa ecclesiastica, altramente lo pronunziavano escomunicato. Corradino, poco curando tale ammonizione e comminazione d’escomunica, e sollecitato dal senatore, in quattro di si condusse nel piano di Viterbo.

A la fama de la venuta di Corradino, la Puglia per sua natura mobile, e per essere lacerata e mal trattata da un Guglielmo Landa da Parise, che la governava per Carlo, cominciò a rebellare, essendo Carlo in Abruzzo e il paese vuoto di soldati: Luceria fu la prima, e Andria, Potenza, Venosa, Matera e Terra d’Otranto e tutte le terre che non avevano rocche né presidio di francesi. Capi de la rebellione furono Roberto da Santa Sofia, che fu il primo che spiegò la bandiera de l’Aquila e Raimondo suo fratello, Piero e Guglielmo fratelli conti di Potenza et Enrico il vecchio conte di Rivello e un Enrico Pctrapalomba todesco; e appresso loro queste case nobili: casa Castagna, casa Scornavacca, casa Filangheria e casa Lotteira. Questi scorrendo la Puglia e Capitanata e Basilicata, ogni cosa rivoltorno, mettendo a sacco le terre che facevano resistenza, come la Spinacciola, Lavello, Minervino, Montemilone, Guaragnone e altri lochi. Sole queste terre si tennero che non rebellorno, perché avevano fortezze e presidio di francesi: Gravina, Montepiloso, Melfi, Troia, Barletta, Trani, Molfetta, Bitonto e Bari. Foggia volendo ribellarsi fu posta a sacco e ruinata da Guglielmo da Parise, e cosi alcuni lochi di Capitanata.

Movendo del pian di Viterbo Corradino a la volta di Roma con grosso e bene ordinato esercito e passando appresso le mura di Viterbo, il pontefice Clemente, che allora era in quella terra, vedendo dal suo palazzo passare questo esercito, mosso da spirito profetico disse a li circostanti: —Vedete voi queste genti d’arme cosi splendide e quel giovine che con tanta fiducia di si bell’esercito se ne va? Io ho gran compassione a si nobil giovine. Vedo che egli ha a portare la pena de’ peccati de’