Pagina:Collenuccio, Pandolfo – Compendio de le istorie del Regno di Napoli, 1929 – BEIC 1787614.djvu/213

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né molestati da lui lo aiutorono a sostener le sue genti insino a la tornata di Carlo di Durazzo in Italia.

Tornò Carlo ne l’anno 1380, circa il mezzo de l’anno, in Italia e aiutato dal re Lodovico menò con seco otto mila ungari sotto il governo di Giovanni Bano di Ungaria e circa mille italiani; et essendo ad Arimino, fu chiamato in Toscana da aretini per discordie civili tra loro, e li détteno il dominio de la cittá. Li fiorentini, che non avevano dato denari a Giannotto, benché avessino condotto messer Giovanni Aguto inglese e per molte vie si fussino ingegnati di non si impacciare de la guerra di Carlo e de la regina Giovanna, pur avendo gran paura di non irritare contra loro un potente re, al quale giá erano ricorsi tutti li loro fuor’ usciti, e di verso Staggia, castello de’ fiorentini, avevan giá cominciato a muover guerra, li détteno quaranta mila ducati, i quali tutti furono dati a Bano per la compagnia de li ungari; e altri quaranta mila, debiti a la sede apostolica per la investitura del reame, promiseno pagare al papa per il termine di tre mesi: e lui fu contento non favorire li usciti loro né darli molestia. Fatta adunque la pace con fiorentini, parti da Arezzo, lasciandoli al governo un vescovo di Varadino di nazione francese, e con un grosso esercito se ne andò a Roma ne l’anno 1380. Giunto a Roma e ricevuto con grande onore da Urbano, non essendo ancora tempo di campeggiare né essendo preparato tutto il bisogno per cominciare la guerra, acciò che in quel mezzo non fusse senza dignitá in Roma, il papa lo creò senatore; e mentre stette li, che furono pochi mesi, ordinò tutte le sue pratiche con li regnicoli amici suoi che l’aspettavano, e fece venire a sé il conte Alberico con la sua Compagnia di San Giorgio e condusse oltra lui a li suoi stipendi messer Villanuccio con ducento lance e il conte Giovanni d’Azzo de li Ubaldini e molte altre lance spezzate. Poi sollecitato da li amici che lo chiamavano, con la benedizione del papa, e con le sue bandiere e quelle di Santa Chiesa, usci di Roma l’anno sequente 1381, e per la via diritta se n’andò a Napoli, non trovando alcuna resistenza. Contra Carlo per una porta di