Pagina:Collenuccio, Pandolfo – Compendio de le istorie del Regno di Napoli, 1929 – BEIC 1787614.djvu/240

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e di Sicilia e di Hierusalem, con patto che lei li mandasse tre mila cavalli in soccorso contra Braccio. A questa impresa fu eletto Sforza con molto piacere de la regina e del gran siniscalco, per esserli occorsa l’occasione di levarselo dappresso. Sforza adunque, essendo venuto in quel di Viterbo, e attaccato fatto d’arme, per fraude di Nicolò Ursino soldato de la Chiesa, che era con lui, fu rotto da Braccio e perse la maggior parte de la compagnia. Parendo a la regina e al gran siniscalco essere per questa rotta venuto il tempo di potere con buona occasione tòrsi al tutto Sforza d’innanzi, condusseno Braccio al loro stipendio, cassando Sforza e levandoli l’assegnamento del suo soldo, che aveva sopra alcune entrate del reame.

Papa Martino era a Fiorenza, e offeso da l’ingratitudine de la regina, fece venire Sforza a P’iorenza e comunicato con lui tutto quello s’avea a fare, al meglio che possette con Braccio si accordò e la regina Giovanna privò del feudo, dichiarando re di quel regno Luigi III duca di Angiò, figliuolo di Luigi II giá detto e di Violante, nata de la stirpe di Aragona: li oratori del quale allora erano a Fiorenza. Fatto questo, del mese di gennaio l’anno 1420 Sforza si condusse di commissione del papa al stipendio del re Luigi III duca d’Angiò, mediante li suoi oratori, e fu concluso che per via di mare per tutto il giugno sequente il re Luigi si trovasse nel reame. Sforza, avuto denari dal papa Martino, prestissimo sopra la opinione di ogni uomo entrò con le genti d’arme nel regno al fin di maggio, e rimandò il bastone e le bandiere a la regina, dichiarandoli che da quell’ora innanzi li veneria inimico; poi nel passare da Napoli li parlò ad una finestra del castello e dappoi molte parole esprobatorie di ingratitudine da una parte e da l’altra, Sforza li fece intendere averli a far buona guerra, non tanto per rispetto suo quanto per li mali consiglieri e malvagi uomini, per li quali lei si governava. Poi al principio di giugno si mise a Casanova appresso il Formello, sopra un poggio a la porta Capuana, e di fossi e di steccati si fortificò un campo inespugnabile e li stette ad aspettare la