Pagina:Collenuccio, Pandolfo – Compendio de le istorie del Regno di Napoli, 1929 – BEIC 1787614.djvu/99

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cato di Calabria e di Puglia nel modo detto venticinque anni (benché per rispetto di Roggero primo suo zio si possa chiamare secondo), et essendo di etá di cinquant’anni, a Salerno mori e ne la chiesa maggiore giá edificata dal padre fu sepolto, lasciando dappo’ sé Guglielmo, il quale fu detto primo, figliuol suo e di Ala sua donna, figliuola di Roberto Frisone conte di Fiandra: e puossi dire secondo per rispetto di Guglielmo Ferrebac, ma piuttosto terzo per rispetto di Guglielmo figliuolo di Riccardo..

Guglielmo adunque figliuolo del detto Roggero I, dappoi la morte del padre nel ducato successe; et essendo venuto a Benevento Calisto li pontefice romano, lui insieme con lordano duca di Capua e con lordano conte di Ariano e Roberto conte di Lauritello, che fu figliuolo di Gottfredo II fratello di Roberto Guiscardo, andorno da esso Calisto a giurare fedeltá e da lui furono confermati ne li suoi stati. Tornato in Puglia Guglielmo, li venne in animo di tórre per moglie la figliuola di Alessio imperatore giá morto, la quale piú volte li era giá stata offerta: per la qual cagione deliberò andare a Constantinopoli a sposarla e condurla, ma non si fidando bene de l’ambizione di Roggero III giovine conte di Sicilia, il quale a Roggero suo padre fratello di Roberto era in detto contado successo, non volse partire se prima Calisto non tolse in protezione tutto il suo stato che teneva in Italia sino al faro di Messina. E cosi fu fatto e lui parti per andare in Grecia. Appena era a mezzo del cammino Guglielmo, che Roggero conte di Sicilia poco stimando la tutela del pontefice, passò in Calabria e prima l’ebbe mezza subiugata che ’l pontefice la potesse soccorrere. Tuttavia si condusse Calisto a Benevento per rimediarli, ove infermato con molti suoi carissimi, i quali morirono, non possette fare cosa alcuna importante; solamente mandò Ugo cardinale a Roggero, il quale trovandolo a campo a la Rocca di Nicefora, non possette mai tanto con preghiere et esortazioni e minaccie operare, che volesse da l’impresa desistere. Il pontefice in modo perseverò ne la infermitá, che li fu forza farsi in una bara riportare a Roma;