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116 rime volgari


25pensa, non tra pirati, venti e scoglie,
dappoi che ’l danno l’have fatto saggio
del marittimo oltraggio;
tal io che son di mia fortuna accorto,
macchiato e infetto in questa mortal pece,
30a te vòlgo mie prece,
o porto salutar, che sol conforte
d’ogni naufragio il mal, splendida Morte.
     Placidissimo sonno, alta quiete,
che Stige e l’infocato Flegetonte,
35Cocito et Acheronte,
con le dolci onde del tuo ameno Lete,
non che tempre, ma estingue,
e levi d’ignoranza ’l scuro velo,
sciocco è chi ’l tuo soccorso non intende.
40In tutto al ver contende,
né trae sua vista tenebrosa al cielo,
chi de la tua presenza il don non vede,
che il gran Fattor ne diede.
Tu se’ quella possente che distingue
45il ver dal falso, dal perpetuo il frale,
da l’eterno il mortale:
di magnanimi spiriti consorte,
a te mi volgo, generosa Morte.
     Candido vien dal ciel, puro e divino
50l’animo immortal nostro in questa spoglia,
ove in tutto si spoglia
del lume di sua gloria in suo cammino,
tra paura e desio,
dolor, vane letizie, sdegni et ire,
55ove natura pugna e li elementi
tra li contrari venti.
Mirabil cosa fia se mai ’l ciel mire,
gravato dal terrestre infimo pondo
de l’orbo, ingrato mondo!
60Il tuo breve soccorso onesto e pio