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122 | rime volgari |
Gentil Signori, ’l grido
100de la publica fama mai fia indarno:
Fiorenza unita, libera, felice,
tranquilla in pace e lieta,
ricca, bella, vittrice.
Ma qual fia maraviglia a chi ben mire?
105Qui la forza non vieta
che a un segno ’l stral si tire:
e mostra qual sia il iusto e qual l’onesto
con l’opre il primo seggio, e col protesto.
Non minor luce adunque qui è permesso,
110di quanto vostro lume ne concede,
né piú termine eccede,
che da l’imperio vostro sia commesso.
Seguirem l’orme e’ vostri ver precetti
con diligenza e fede,
115con puri e bon concetti,
quanto nostra virtú bassa comporta,
quanto lo ingegno vede.
Ben fia la voglia scorta
a l’onor sempre et a grandezza e possa
120di vostra eccelsa patria gloriosa.
Allegra, reverente, umil, ioconda,
a questo bel Collegio qui ristretto
mia canzone risponda,
né li suoi vizi asconda
125la inculta rima, onde io venia cheggio
al bel vostro, onorato, inclito seggio.