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Simeone.   Fratelli mei, voi séte per partire,

et io solo rimango imprigionato,
e a me per tutti voi convien patire.
     Voi sapete, fratei, che anch’io son nato
di quel padre, che voi: me poverello!
prego mi abbiate per ricomandato.
     Io non fu’ a vostre voglie mai ribello:
non vi scordi di me, ma qui menate
Beniamino, il minimo fratello.
     Mio padre da mia parte salutate,
che so ch’el averá per me dolore:
dolci fratelli, non m’abbandonate!
     La mia cara mogliere per mio amore
confortarete piú che voi porrete,
ché questa doglia a lei passerá ’l core.
     I figlioletti mei voi basarete
teneramente, e mia benedizione
(poi che far noi poss’io) voi li darete.
     E se accadesse in questa mia prigione
(come porria avvenir ben facilmente,
per mala cura o per troppa passione)
     ch’io mi morissi, prego vi stia a mente
i mei dolci figlioi, che vostri sono:
non li dimenticate per niente.
     11 cor mi schioppa, poi ch’io v’abbandono:
qui son lassato e piú non posso dire.
Se mai v’offesi, chiedovi perdono.
     Vogliate voi, fratei, per me supplire;
andate in pace e grazia Dio vi done
de l’andar salvi, e presto rivenire.
     In surama abbiate a me compassione!