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VI COMEDI A DI IACOB E IOSEPH. Di questa scenica «Historia de Ioseph» che, come scrisse il Gaspary (*), può considerarsi «un primo tentativo di dar carat- tere letterario al genere popolare del dramma religioso», ci rimane un solo manoscritto, che è nel fondo urbinate della Biblioteca Vaticana. Ha il num. 773 e porta la data del 1526: vedilo descritto nella citata opera di Mons. Stornajolo, Codd. Urb.-Lat., II, 355. La prima edizione, segnalata per la prima volta dal Catalogo Yémeniz, è la seguente ( 2 ): — La vita de Iosep figliuolo di Iacob, recitata in la inclita cittá di Venetia per Misser Francesco Cherea de Nobili de Luca de l’ano MDXXIIIte) composta da Miss. Pandolfo Collenutio da Pesaro, (in fine:) «Impressa in Venetia per Benedetto et Augustino fratelli Bendoni, sotto gratia et privilegio de Misser Niculò de Augustini, regnante lo inclito principe Antonio Grimano, nel ano MDXXIII a di primo de aprile» (in-8, tit. got., lett. tonde, senza cifre né richiami: segnature A-M). (1) St. d. lett . itaL (trad. V. Rossi), Torino, Loescher, 1900, II, 1, 205. (2) Un esemplare di questa rarissima edizione, appartenente forse alla privata libreria del conte Manzoni di Lugo, ebbe sottocchio il prof. D’Ancona, come egli afferma nelle sue Origini del Teatro itaL , 2 a ed., Torino, Loescher, 1900, II, 393 sgg. A me non è riuscito trovarlo. (3) Da una supplica che l’attore lucchese presentò al Senato veneto sappiamo che «La vita di Ioseph» era di sua proprietá sin dal 1508, e di essa, come di altre «tragedie, comedie, egloge ecc.», che formavano il suo repertorio, chiedeva ap- punto il privilegio di stampa: v. A. Tessier, in Giornale d. eruditi e d. curiosi , I (Padova, 1883), 789 sgg., e cfr. V. Rossi, Le lettere di Mess. Andrea Calmo , Torino, Loescher, 1888, p. xiv sgg. Non è quindi infondata l’ipotesi, formulata dallo stesso Tessi eh (in Giornale di Erudizione , I, 106), che il Cherea avesse rappresentato la «comedia» collenucciana qualche altra volta, prima che a Venezia nel *23: ma non ci restano notizie in proposito. E invece ormai accertata la rappresentazione ferrarese del Ioseph nel marzo del 1504; cfr. A. D’Ancona, Origini cit., II, 392 sg.
