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LETTERA XV.



Ora che mi lusingo di avere, con tante prove di ragioni e di fatti, tolti dagli animi altrui i dubbj, che la soverchia moltiplicazione del prodotto della seta ne’ paesi stranieri potesse avvilire il prezzo delle nostre piantagioni, veggo molto bene, che alcuni talenti, nati solo per contraddire, tengono in riserbo altre proposizioni, per opporre alle mie. Diranno pertanto eglino, che quando ancora si voglia supporre, che non si possa facilmente raccorre la seta, fuorchè negli accennati climi, comprendono questi tuttavia tanta e così larga parte del mondo, ed una porzione di questa così ben popolata, e di gente fornita, e molto più di noi iudustriosa, che le nostre così belle e lusinghiere speranze rimarranno finalmente deluse.

Io non nego, che non potesse avvenire, che quando per lutta l’ampiezza de’ luoghi