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LETTERA XX.
Quantunque io abbia ad ogni mio potere infino a qui combattuto le più importanti, e più nocive opposizioni; non mi lusingo però di avere indotti i più ostinati ad arrendersi alle ragioni, o ad appagarsi de’ fatti riferiti. Senza entrare a disaminare, se ciò avvenga per difetto di mente, o di volontà, io non farò che dire a costoro con le parole dell’Ecclesiastico1: Non contradicas verbo veritatis ullo modo; et de mendacio ineruditionis tuae confundere.
Dice Cicerone2, che la mercatura, quando sia di poca estensione, è cosa sordida; ma non è però biasimevole, quando è ampia e ricca: ricca però sì, che da molte