Pagina:Collodi - Storie allegre.djvu/140

Da Wikisource.

— 138 —


― E noi, se vuoi scommettere, facciamo con te a chi salta meglio la gora del mulino ― dissero Gigino e Asdrubale, i due soldati di fanteria.

― Io poi scommetto di saltare una buccia di fico ― disse ridendo Tonino, capitano d’ambulanza e nel tempo stesso ragazzino pacifico e tranquillo, che faceva tutte le sue cose con flemma, senza riscaldarsi mai di nulla; prova ne sia, che non s’era nemmeno accorto di quella memorabile scena, in cui il suo generale in capo, dopo essere stato degradato, aveva dovuto consegnare la sciabola in presenza a tutta la soldatesca.

Quando ognuno dei ragazzi ebbe detta la sua, Leoncino si fece avanti e domandò con aria baldanzosa di sfida:

― Chi di voi si sente il coraggio di saltare giù nell’orto dalla terrazza del primo piano?

― Io no davvero: c’è da rompersi una gamba ― rispose uno dei ragazzi.

― Nemmeno io; c’è da spaccarsi la testa — rispose un altro.

― Della testa me ne importerebbe poco ― soggiunse Arnolfo ma il male gli è che ci sarebbe da strapparsi i calzoni, e per l’appunto oggi ho i calzoni nuovi! ―

Leoncino sorrise allora d’un risolino maligno e canzonatore, e dopo aver dato un’occhiata di compassione a’ suoi cugini, disse con aria di smargiasso:

― Dunque voialtri quel salto non avete il coraggio di farlo? Eppure io lo farò, e quando l’avrò fatto, vedremo se continuerete a mettermi in ridicolo.... e poi, perchè? perchè l’altro giorno all’improvviso ebbi paura di una tartaruga. Dicerto, gua’, se avessi saputo che era una tartaruga, non sarei scappato.