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in tutti i vestiti che portava addosso, spacciatore di bugie all’ingrosso e al minuto, ciarliero, impertinente, rispondiero e avversario implacabile dei libri e della scuola.

La mamma lo sgridava: il babbo lo rimproverava: il maestro lo puniva, i compagni di scuola lo canzonavano della sua buaggine; ma il nostro Masino non se ne faceva nè in qua, nè in là.

― Quando avranno detto ben bene si cheteranno! ― E con queste parole, accompagnate da una spallucciata o da una scrollatina di capo, rimetteva l’animo in pace.

Un giorno, per altro, si ficcò in testa di essere perseguitato ingiustamente, e tenne fra sè e sè questo curioso ragionamento:

― Tutti mi sgridano.... tutti l’hanno con me!... E la ragione? Alla fin de’ conti, io faccio quel che debbono fare tutti i ragazzi. La colpa, dunque, non è mia. La colpa è della mamma, la quale non si cheta mai; la colpa è del babbo, che urla sempre.... la colpa è del maestro, che ha bisogno di farmi scomparire tutti i giorni dinanzi a’ miei compagni di scuola. Oh che bella cosa se i babbi e le mamme qualche volta si correggessero della loro smania di brontolare!... Oh! che bella cosa se i maestri si persuadessero che dai ragazzi si può pretendere tutt’al più che vadano a scuola.... Ma pretendere che vadano a scuola e che studino, mi pare una bella esigenza! Due cose a un tempo, chi è che possa farle? ―

Batti oggi e batti domani con questi ragionamenti, Masino ebbe finalmente una bellissima idea, e disse tutto contento:

― Se io mi facessi il difensore dei ragazzi come me? Se io scrivessi un libro per dare una buona lezione ai babbi e