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nè le mani, e hai fatto bene. Coll’acqua, bambino mio, non bisogna pigliarsi mai confidenza. È così facile beccar delle infreddature e dei mal di petto!... A quanto pare, ti sei alzato ora dal letto, non è vero?

— Sì, mamma.

— Sai che ore sono? sono le nove: e tu alle otto avresti dovuto andare a scuola....

— Che vuoi? Avevo sonno, e dormivo così bene!...

— Capisco, poverino! Il proverbio dice che chi dorme non piglia pesci, ma tu, carino mio, non devi fare il pescatore: dunque, se ti fa piacere, puoi dormire fino a mezzogiorno. E la lezione l’hai fatta?...

— La volevo fare, ma poi me ne sono scordato....

— Tale e quale come me! Anch’io volevo andare dalla mia sorella, e poi me ne sono scordato. Si vede proprio che sei figliuolo della tua mamma. E per colazione che cosa prenderesti?

— Prenderò il solito Caffè e Latte....

— Ma rammentati, carino mio, di metterci dentro di molto ma dimolto zucchero. Lo zucchero si compra apposta per finirlo subito, se no, va a male.

— E c’inzupperò due fettine di pane.

— No, angiolo mio, ci devi inzuppare due semelli, e bene imburrati, perchè il burro fa bene alla gola e aiuta la digestione. E a scuola ci vuoi andare oggi?

— Senti, mamma, non ci anderei....

— È appunto quello che volevo dirti io. Per andare a scuola c’è sempre tempo. Sai piuttosto che cosa farei, se fossi in te? Anderei a giocare a palla fino a mezzogiorno: poi tornerei a casa a fare uno spuntino con una bella fetta di rosbiffe, un piatto di maccheroni con sopra due