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sua giacca, e lo scimmiottino, senza tanti complimenti, saltò in mezzo alla tavola e si pose a sedere sopra una zuppiera di porcellana.


X.


Come andò che Nanni, il gatto dell’osteria delle Mosche, prese il posto di Pipì nella tasca dell’assassino.


Allora Golasecca voltandosi a Pipì con un cipiglio da far paura, gli domandò:

— Chi è che ha mangiato la fodera della mia tasca? —

Lo scimmiottino, come se non dicessero a lui, cominciò a guardare in qua e in là: ma poi, fissando i suoi occhietti mobilissimi e irrequieti in faccia al capo-masnada, disse con voce carezzevole:

— Vi contentate, sor assassino, che vi parli sinceramente? Io non ho veduto mai una barba così bella come la vostra! Voi avete la più bella barba del mondo!

— Lasciamo star la barba e rispondiamo a tono: chi è che ha mangiato la fodera della mia tasca?

— E se fosse la barba solamente, vorrebbe dir poco — soggiunse lo scimmiottino. — Egli è che tutti dicono che voi siete la più buona pasta d’uomo di questo mondo! Un vero cuor di Cesare! La perfetta cortesia travestita da brigante!...

— Lasciamo stare il buon cuore e la cortesia: chi è che ha mangiato la fodera della mia tasca?

— E se foste buono soltanto, sarebbe poco o nulla: egli è che siete anche bello! Volete che ve lo dica? De-