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SONETTO CC


Se guarda il piccini spazio de la terra
   L’alma, mercé del Ciel, grande e immortale,
   Non scorge obietto al suo desire equale,
   Né trova pace in sì continua guerra;
Del vero albergo a se medesma serra
   La porta, e tanto scende quanto sale
   Mentre fra le fallaci inutil scale
   Del labirinto uman vaneggia ed erra.
Non ha del fil di questa vita il fine,
   E pur trama ed ordisce, apre e raccoglie,
   Tiro e rallenta la sua fragil tela;
Ma solo il voler nostro erge e ritoglie
   Da la nebbia mortai, ch’intorno il vela,
   La fede de le cose alte e divine.


SONETTO CCI


Oggi la santa sposa or gode or geme
   Del principio e del fin di quella vita
   Ch’eterna a noi la diede, onde ne ’nvita
   A dolce gaudio e amaro pianto inseme.
Oggi la Vergin pura ascolta e teme
   L’alto messo di Dio, che Seco unita
   Le dice esser in madre; oggi l’ardita
   Morte il gran Figlio in croce affligge e preme.
Per lungo volger d’anni in un sol giorno,
   Per sì meraviglioso extremo effetto,
   Vario grave pensier l’alma trista ange,
E gode pur che, ricercando intorno
   L’opre diverse, non convien che cange
   Il sempre fermo suo divino obietto.