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Pagina:Colonna - Rime, 1760.djvu/25

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Vittoria Colonna xxi

giustamente il Quadrio 1 che ella non pure andò del pari con ogni più rinomato Poeta, ma nel maneggio degli affetti tolse per avventura a’ contemporanei la palma.

Ella perciò in quel tempo, che era il fiore della sua giovinezza, acquistossi l’amicizia, e l’applauso di quanti in Italia facevano professione di belle lettere, fra’ quali, per tacere di parecchi altri, sono spezialmente da annoverarsi Paolo Giovio, da cui le vennero indirizzati i sette Libri della Vita e Fatti del Marchese di Pescara suo marito 2, e Lodovico Martelli, il quale in morte del medesimo le inviò alcune Stanze consolatorie 3. Ebbe commerzio di Lettere e di Rime con Lodovico Dolce 4, e con Veronica Gambara 5, ed ebbe altresì stretta

  1. Storia e ragione d’ogni Poesia Tom. II. pag. 332.
  2. Dell’aver lui scritto la Vita del Marchese di Pescara, e dell’averla a lei indirizzata, fu ringraziato e lodato nel Sonetto:

    Di quella cara tua serbata fronde.

  3. Queste si leggono tra le Rime del Martelli a car. 193. dell'ediz. di Lucca del 1730.
  4. Lett. del Dolce Lib. 1. pag. 124. della Raccolta di Paolo Manuzio.
  5. Due Sonetti ritrovansi fra quelli di Veronica Gambara in lode di Vittoria, de’ quali uno comincia:

    O della nostra etade unica gloria.

    e l’altro:

    Mentre de’ vaghi e giovanil pensieri.

    cui ella rispose ripigliando le stesse rime; a questo col Sonetto:

    Lasciar non posso i miei dolci pensieri.