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Pagina:Commedia - Inferno (Buti).djvu/281

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   [v. 82-96] c o m m e n t o 237

e Virgilio, per volere impedire il loro andare. Ma allegoricamente intese essere nel mondo questi impedimenti in persona sua, e di Virgilio, et in tutti coloro che si danno a considerare li vizi, e peccati e lor pene, non bruttandosi in essi: imperò che di ciò li demoni si crucciano, che l’uomo sanza morte vada per lo regno della morte; cioè che l’uomo sanza peccato vada per lo regno del peccato con considerazione, non bruttandosi in esso. E di questo non bruttarsi è cagione la ragione significata per Virgilio, che guida la sensualità significata per Dante; e perciò si sforzano di tor via tale guida, a ciò che la sensualità rimanga smarrita nel peccato. E notantemente pone l’autore in questo luogo, che li demoni volessono fare questa separazione, da Virgilio, di Dante, a denotare che la materia de’ peccati de’ quali 1 oggi mai dovea trattare, è quella che occupa la ragione: imperò che dentro alla città Dite si puniscono li peccati che vengono per malizia e bestialità, le quali 2 occupano, et impregionano la ragione; et infino a qui à trattato de’ peccati che procedono per incontinenzia, li quali si puniscono per li cerchi detti dinanzi, nelli quali la ragione non è al tutto occupata. E quanto alla lettera pone quattro modi, che tennono li demoni per istorpiarlo, a dimostrare che questi medesimi modi tengono con li uomini del mondo; in prima quando confortano li uomini al bene acciò che n’esca male, come confortavano che Virgilio venisse solo acciò che Dante scompagnato si rimanesse del buon proposito; lo secondo è quando sotto bene apparente inducono l’uomo a pericolare, come quando diceano che Dante se ne andasse, ch’era entrato sì ardito nell’inferno; lo terzo quando lodano li uomini per farli presumere di sè medesimi, acciò che pericolino; quando dice: Sol si ritorni per la folle strada: Pruovi, se sa; il quarto è quando spauriscono l’uomo per farlo venir meno, quando dice: chè tu qui rimarrai. Seguita poi, come impaurito non credette mai ritornare, onde dice: Pensa, Lettore; che leggi questo canto, se io mi sconfortai; cioè io Dante, Nel suon delle parole maladette; queste parole possono essere tutte le dette di sopra dai demoni, et ancora si può intendere pur di quest’ultime: Chè qui tu rimarrai. Ch’io non credetti ritornarci mai; cioè io Dante non credetti mai ritornare a questa vita del mondo, avendo paura di rimanere nello inferno. Et allegoricamente intende l’autore di mostrare in persona sua, quanto quelli del mondo deono temere che non sia occupata la ragione e la bestialità 3: chè non si ritorna mai, se non è bene special grazia

  1. C. M. de’ quali e’ in giù mai
  2. C. M. le quali cattivano et occupano la ragione;
  3. C. M. dalla bestialità: