Pagina:Commedia - Inferno (Buti).djvu/375

Da Wikisource.
   [v. 67-75] c o m m e n t o 331

e la mazza e missesi nel fiume e passò di là, e quando fu di là sentì gridare Deianira perchè Nesso le volea far forza; e perch’era molto bella se n’andava con essa. Onde Ercole avvedendosene prese l’arco e le sue saette avvelenate nel sangue dell’Idra e saettò Nesso e ferillo. Allora Nesso vedendosi morto, pensò di fare sua vendetta e disse a Deianira: Piglia il tuo velo et involgilo nel mio sangue e fanne una camicia; e se mai senti che Ercole s’innamori d’altra donna, fa che si vesta questa camicia e tornerà allo amor tuo. Ella credendolo, così fece. Poi venne per caso 1 ch’Ercole s’innamorò di Iole, onde ella li mandò per Lica quella camicia fatta di quel velo che l’avea serbata ad Ercole, e comandò a Lica che facesse che se la mettesse in dosso e così fece. E questa camicia avvelenata per lo sangue di Nesso, come fu alle carni d’Ercole, lo cominciò tutto a squarciare 2 et appiccarsi alle carni e facealo consumare; onde Ercole saputa la cagione, uccise Lica e nella selva Oete fece accendere la pira delle sue esequie e gittovvisi dentro e così morì e fu traslatato in cielo, come dicono i Poeti; e però dice l’autore che fe di sè la vendetta elli stesso; e questa favola induce l’autore perchè Nesso fu de’ violenti nelle cose del prossimo, che volle torre la moglie ad Ercole. Et è qui moralità che l’uomo forte non può esser vinto da men forte di lui, se non con inganno. E quel di mezzo, che al petto si mira; cioè di quelli tre Centauri, È il gran Chiron, il qual nudrì Achille. Questo Chiron fu uno de’ Centauri, e fu figliuolo di Saturno e di Filires, e però chiama costui grande; e secondo che pone Ovidio nel iv libro De Fastis, e Stazio nel primo dell’Achilleide fu maestro della medicina e della lira, et in ciò fu maestro d’Achille. Et ancora secondo che pone Ovidio, libro ottavo 3 Metamorfoseos, fu balio e maestro d’Esculapio e insegnolli la medicina, e dice Ovidio De Fastis nel sopra detto luogo, che venendo Ercole a albergo con Chirone trafficando le saette d’Èrcole, ne li cadde una in sul piè e feceli piaga incurabile e non potendo morire, desiderandolo, secondo la fizione poetica, fu traslatato in cielo e fatto segno del zodiaco che si chiama Sagittario: e per questa cagione ancor si potrebbe dire che l’autore lo chiama grande; e per tanto l’autore induce Chirone, che fu de’ violenti contra sè medesimo, perchè si ferì elli stesso e fecesi la piaga incurabile. Quell’altro è Folo, che fu sì pien d’ira. Di questo fa menzione Ovidio Metamorfoseos, e Lucano, e dice Lucano che Folo fu ricevitore ad albergo d’Ercole quando passò per Tessaglia e fu molto irascibile e dispregiatore e be-

  1. C. M. Et avvenendo possa caso ch’Ercule
  2. C. M. a stracciare et appiccarsi
  3. C. M. libro secondo