Pagina:Commedia - Inferno (Buti).djvu/428

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tutti li dii e massimamente Giove, onde Giove prese le saette e saettollo, e così morì Capaneo dispregiatore delli dii; e però dice l’autore: et ebbe, e par ch’elli abbia; ancora al presente 1 questo Capaneo, Dio; cioè Giove, in disdegno 2, e poco par che il pregi; cioè se ne curi di Dio; Ma, come io; Virgilio, dissi a lui; cioè a Capaneo, li suoi dispetti; cioè i suoi dispregi ch’elli fa di Dio, Sono al suo petto assai debiti fregi; cioè sono assai convenienti adornamenti al suo petto pieno di superbia. Come il fregio si pone al petto per adornamento della persona virtuosa; così il vizio è in confusione della persona viziosa. E qui finisce la prima lezione.
     Or mi vien dietro ec. Qui comincia la seconda lezione di questo canto, nel quale l’autore pone una bella fizione del nascimento dei fiumi infernali; e dividesi questa lezione in sei parti, perchè prima pone come, seguendo suo cammino, vennono ad uno fiume; e nella seconda, come Virgilio incita Dante a considerazione di questo fiume, quivi: Tra tutto l’altro ec.; nella terza pone la fizione del nascimento di questo fiume e di tutti li altri infernali, che si derivano da questo, quivi: In mezzo mar ec.; nella quarta Dante muove uno dubbio 3 a Virgilio, e soggiugne la soluzione di Virgilio, quivi: Et io a lui ec.; nella quinta Dante muove ancora un altro dubbio a Virgilio e sogiugne la soluzione di Virgilio, quivi: Et io ancor ec.; nella sesta ritorna al processo, quivi: Poi disse: Omai è tempo ec. Divisa adunque la lezione, ora è da vedere la sentenzia litterale la quale è questa.
     Poichè Virgilio ebbe parlato a Dante di Capaneo, confortando Dante a seguitare il suo cammino, dice: Or mi vien dietro e guarda che non metti ancora li piedi nella rena arsiccia; ma strigniti 4 in ver la selva. E così andando taciti divenimmo ad uno luogo, onde fuor della selva usciva uno fiumicello rosso tanto, ch’ancora facea orrore a Dante la memoria sua, e fa una comparazione; dicendo che tale era quello 5, chente lo bulicame di Viterbo, che v’è per le case delle meretrici, partito a ciascuna casa per loro lavamento sì come uno bagno; e dice che lo fondo e le sue sponde da lato con le sue piagge erano di pietre, e dice Dante che Virgilio li disse: Tra tutto l’altro dell’inferno ch’io t’ò dimostrato, poichè noi entramo per la porta dell’inferno, che sta aperta e non si niega ad alcuno, non fu cosa dai tuoi occhi veduta tanto notabile, quanto lo presente fiumicello sopra al quale s’ammortavano tutte le fiammelle, che cadeano dell’aere di sopra in sulla rena. E 6 di tutto questo Dante affettuoso d’udire,

  1. C. M. ancora avale
  2. C. M. in disdegno; cioè in dispregio, e poco
  3. C. M. una dubitazione
  4. C. M. ma stringeti in ver
  5. C. M. quello, quale è lo bulicame da Viterbo, che va per le case
  6. C. M. Et udito tutto questo, Dante diventato affettuoso