Pagina:Commedia - Inferno (Buti).djvu/486

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442 i n f e r n o

22Lo bivero s’assetta a far sua guerra;
      Così la fiera pessima si stava
      Su l’orlo, che di pietra il sabbion serra.
25Nel vano tutta sua coda guizzava,
      Torcendo in su la velenosa forca,1
      Che a guisa di scorpion la punta armava.
28Lo Duca disse: Or convien che si torca
      La nostra via un poco, infino a quella
      Bestia malvagia che colà si corca.
31Però scendemmo alla destra mammella,
      E dieci passi femmo in su l’estremo,
      Per ben cessar la rena e la fiammella:
34E quando noi a lei venuti semo,
      Poco più oltre veggio in su la rena
      Gente seder propinqua al luogo scemo.
37Quivi il Maestro: A ciò che tutta piena
      Esperienzia desto giron porti,
      Mi disse, or va, e vedi la lor mena.
40Li tuoi ragionamenti sien là corti:
      Mentre che torni parlerò con questa,
      Che ne conceda i suoi omeri forti.
43Così ancor su per l’estrema testa
      Di quel settimo cerchio, tutto solo
      Andai, dove sedea la gente mesta.
46Per li occhi fuori scoppiava lor duolo:2
      Di qua, di là soccorrean con le mani,
      Quando al vapore, e quando al caldo suolo.3

  1. v. 26. C. M. la venenosa forca,
  2. v. 46. C. M. fuor scoppiava lo lor duolo:
  3. v. 48. Quando ai vapori,