Pagina:Commedia - Inferno (Buti).djvu/538

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me suole il fiammeggiar delle cose unte muoversi su per l’estrema buccia; così quivi era dal calcagno alle piante 1 del piè; cioè per tutta la pianta. Et aggiugne che per questo ch’elli vide più guizzare uno che li altri, elli domandò Virgilio chi era, dicendo: Chi è colui che più si cruccia che li altri suoi compagni, guizzando li piedi e le gambe, e più rossa fiamma li succhia li piedi? E per questo aggiugne che Virgilio li dicesse: Se tu vuoi ch’io ti porti là giù per quella ripa che qui 2 giace, tu saprai da lui di sè e delle sue colpe; onde dice che li rispose: Tanto piace a me quanto a te: tu se’ signore, e sai ch’io non mi parto dal tuo volere e sai quel che si tace; cioè sai ancora li pensieri dentro. Et aggiugne che allora 3 giugnessono in su l’argine quarto, e volsonsi verso mano sinistra e discesono dello scoglio nel fondo forato e stretto, e dice che Virgilio non lo lasciò, infino che il pose al buco di quello che si piangea 4. Et allora li parlò, dicendo: O anima trista, commessa come palo, qualunque tu se’ che tieni il su di sotto, fa motto se tu puoi; e dice l’autore ch’elli stava come il frate che confessa il perfido assassino che, poi che è fitto, richiama lui perchè la morte indugi in quel mezzo. Et allora quell’anima rispose: Se’ tu già costì ritto, Bonifacio? Lo scritto mi mente di più anni. Se’ tu sì tosto sazio di quello avere, per lo quale non temesti di torre la bella donna con inganno e poi farne strazio? E fa comparazione che tal divenne elli allora, quale coloro che stanno scornati e non sanno rispondere, quando non intendono quello che è loro risposto. Et allora Virgilio li disse: Dilli tosto, non sono colui che credi; e risposto come Virgilio l’impuose, quell’anima storse i piedi, e poi sospirando con voce di pianto, li disse: Dunque che domandi? E se tu ài tanto desiderio di sapere chi io fui, che perciò tu abbi corsa la ripa, sappi ch’io fui vestito del gran manto; cioè fui papa e fu’ veramente figliuolo dell’orsa sì cupido per avanzare li orsatti, che su nel mondo mi misi l’avere in borsa, e qui ò messo me in questa buca; e di sotto al capo mio sono appiattati li altri, tratti di questo buco, che passarono dinanzi a me simoneggiando, per questa fessura della pietra; e là giù cascherò io altresì, quando verrà colui, cui io credea che tu fossi quando feci il subito dimando. Et aggiugne ch’elli predice 5 che verrà dopo colui ch’elli aspetta dicendo: Ma più è il tempo già ch’io m’ò cotti li piedi, e ch’io sono stato piantato così sottosopra, che non starà piantato co’ piedi affocati colui ch’io credea che tu fossi: imperò che dopo lui verrà uno pastore di più laida opera, sanza legge, di verso ponente lo quale

  1. C. M. alle punte del piè;
  2. C. M. che più giace,
  3. C. M. allora scesono nel quarto argine, e volsensi
  4. C. M. piangea con la cianca, Et
  5. C. M. predice d’ un altro che verrà dipo’ colui