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[v. 31-39] | c o m m e n t o | 523 |
lazione insieme e compassione; ma, tolta via l’una, ben può avere l’altra, e però tolta la compassione, può avere congratulazione: e così tolta la congratulazione, può avere compassione; ma l’una e l’altra insieme, no. Et avere dolore della pena, che è bene, è cosa ingiusta, e però ben dice: Chi è più scellerato che colui, Che al giudicio di Dio compassion porta?
C. XX — v. 31-39. In questi tre ternari l’autor nostro finge che Virgilio li dimostri e manifesti alcuni di quelli dannati, e prima Anfiarao, dicendo: Drizza la testa, drizza; questo finge che dica Virgilio a lui Dante, perchè prima à finto ch’elli stesse appoggiato a uno scoglio e piangesse; e per questo s’intende che stesse a 1 capo chino: imperò che il piangere significa mollezza d’animo; e perchè all’uomo si disdice la mollezza dell’animo, ogni savio uomo del pianger si vergogna et abbassa la testa, e però finge ch’elli avesse per lo pianto abbassata la testa; e che Virgilio, che significa la ragione, di ciò lo riprenda e dica che drizzi la testa; e per questo s’intende che finisca il pianto, e vedi a cui; cioè vedi colui, al quale, S’aperse alli occhi dei Teban la terra; cioè quando combattea intorno a Tebe, vidono li Tebani; cioè i cittadini di Tebe che erano assediati, aprirsi la terra et inghiottirlo, Perch’ei gridavan tutti; cioè li Tebani: Dove rui; cioè dove vai rovinando 2, Anfiarao? Questo è il nome propio di colui, perchè lasci la guerra; cioè nostra? E questa è nimichevole derisione, e chiamasi appo il Grammatico sarcasmos questo modo del parlare, E non restò di ruinare a valle; cioè giù al fundo della terra, Fino a Minos; cioè a quel giudice dell’inferno, del quale fu detto di sopra cap. v: Stavvi Minos, e orribilmente ringhia ec. - che ciascheduno afferra; cioè ciascun peccatore; e benchè li poeti abbino finto tre giudici infernali; cioè Minos, Eaco, e Radamante 3 che furono figliuoli di Giove, l’autor nostro non ne pone se non uno. Mira, che à fatto petto delle spalle; questo dice, perch’à finto che tutti sieno rivolti nella gola; et assegna la cagione della sua fizione, Perchè volle veder troppo davante; cioè troppo dinanzi, che volle vedere quello che dovea venire, Diretro guarda; per ch’elli à volto il volto indietro, e fa ritroso calle; cioè che va addietro; e questo fu dichiarato di sopra 4, alla allegoria. Ora è da notare la storia di Stazio, Tebaidos, dicente che quando Adrasto 5 re d’Argo prese a rimettere lo suo genero Polinice in Tebe, che non ve lo lasciava tornare il suo fratello Etiocle, lo re Anfiarao ch’era vates di Febo; cioè sacerdote e manifestatore delle sue risposte, scon-