Pagina:Commedia - Inferno (Buti).djvu/574

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scritto è di sopra, passando la vergine cruda; cioè Manto la quale appella cruda, perchè fuggiva consorzio umano; dice vergine, perchè allora era vergine; ma poi prese marito, et ebbe uno figliuolo ch’ebbe nome Oeno e poi fu chiamato Prianors 1, Vide terra nel mezzo del pantano; e questo terreno non era piccolo spazio; ma ben grande, secondo che oggi si vede, Sanza cultura; cioè lavorio, e d’abitanti nuda: però che nullo v’abitava, ; cioè in quel luogo ov’era la terra, in mezzo della palude, per fuggir ogni consorzio umano; cioè d’ogni compagnia d’uomo, Ristette con suoi servi; ch’erano venuti con lei da Tebe, a far sue arti; magiche che essa sapea fare, E vissevi; in quel luogo, e lasciò suo corpo vano; cioè voto dell’anima, perchè quivi morì: allora è lo corpo vano, quando è voto dell’anima. Li uomini poi; cioè dopo la morte di Manto, che intorno erano sparti; abitando per le ville, S’accolsono a quel luogo, che era forte; ad abitare insieme, Per lo pantan che avea da tutte parti; assegna la cagione della sua fortezza. Fer la città; quelli uomini, sopra quell’ossa morte; di Manto, E per colei, che il loco prima elesse, Mantova l’appellar sanz’altra sorte; questo dice, perchè li antichi in nominare la città pigliavano li augùri e gittavauo le sorti; la qual cosa non feciono coloro, se non che la nominarono Mantova da Manto. Già fur le genti sue dentro; nella città di Mantova, più spesse; che non sono ora 2: però ch’al tempo di Dante era molto nota 3 la detta città, Prima che la mattia da Casalodi; questo fu uno casato di gentili uomini e conti di Mantova, Da Pinamonte; questi fu uno cavalieri e conte di Mantova, inganno ricevesse: però che questo messer Pinamonte ingannò quelli di Casalodi. Onde è da sapere che anticamente Mantova ebbe molti gentili uomini, tra’ quali erano li Arinci 4, Marcarii, Casalodi, e Bonacosi 5, e molti altri casati et antichi cittadini i quali erano sì pari in grandezza, che non si potea discernere qual fosse il maggiore. Avvenne che uno de’ Bonacosi, ch’ebbe nome messer Pinamonte, si propose d’essere signore di Mantova, e però s’accordò con le dette tre case e cacciò della città ogni uomo ch’avea potenzia che non fosse con loro, e poi s’accordò coi Casalodi e coi Marcarii e cacciò li Arinci, e poi accordatosi col popolo cacciò li Casalodi e tutti li loro seguaci, e così rimase la città molto vota e rimase signore messer Pinamonte co’suoi Bonacosi; e però dice l’autore: La mattia da Casalodi: imperò che ben furono matti, vedendo che messer Pinamonte non tenea fede alli altri, non si doveano fidare di lui. Et ora finge l’autore che Virgilio conchiuda: Però t’assenno; cioè t’insegno e faccioti savio e cauto, che se tu;

  1. C. M. Brianoro
  2. C. M. sono avale:
  3. C. M. vota
  4. C. M. Aranci
  5. C. M. Benacosi