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Pagina:Commedia - Inferno (Buti).djvu/798

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754 i n f e r n o   xxix. [v. 133-139]

fa speziale menzione di due; cioè di Caccia d’Asciano, che fu molto ricco di possessioni e tutte le consumò in tale brigata, e dell’Abbagliato, che fu reputato saputa persona, oltre ricchezza1 ancora in tal brigata perdette il nome d’essere saputo; e però dice: in cui disperse; cioè nella qual brigata spendereccia consumoe, Caccia d’Ascian la vigna; questo dice, perchè questo Caccia avea una grande e bella vigna ad Asciano in quel di Siena, e la gran fronda; cioè lo gran terreno ch’elli avea ancora per seminare, o li grandi boschi ch’elli avea, parlando retoricamente: potrebbe dire lo testo: e la gran fonda; et allora s’intenderebbe di danari, E l’Abbagliato; cioè ch’avea così nome, il suo senno profferse; cioè manifestò, entrando e stando in sì fatta brigata, consumando il suo.

C. XXIX — v. 133-139. In questi due ultimi ternari et uno verso l’autor nostro induce questo Capocchio, che à parlato in fino a qui, a manifestarsi dicendo: Ma perchè sappi; tu, Dante, chi sì ti seconda; cioè chi sì ti seguita, Contra i Sanesi; mostrandoli essere vani come tu dici, aguzza ver me l’occhio; cioè2 riguardami attentamente, Sì che la faccia mia ben ti risponda; cioè sì, che mi vegghi bene diritto, Sì vedrai; tu, Dante, ch’io son l’ombra di Capocchio: l’anime si chiamano ombre, e però che come l’ombra si vede e non si palpa; così lo corpo aereo che piglia l’anima, come si dirà nella seconda cantica, quando si parte dal corpo è visibile e non palpabile, e però si chiama ombra. Questo Capocchio fu sanese e fu di grande ingegno, e studiò con Dante in uno studio in filosofia naturale e valsevi molto intanto, che poi si diede all’alchimia, credendosi venire alla vera; ma mancando nelle operazioni, s’avvenne alla sofìstica, e però Dante finge che sia dannato quivi, e però dice: Che falsai li metalli con l’alchimia; ecco qui che accusa lo peccato suo, E te dee ricordar; cioè a te Dante, se ben t’adocchio; cioè se ben ti riconosco, cioè tu sia colui ch’io credo, Com’io fui3 di natura buona scimia; questo si può intendere com’io fui per natura in aoperare l’alchimia: altrimenti si può intendere ch’elli fosse naturalmente contrafacitore delli atti delli uomini, come è la scimmia; ma io credo più tosto il primo intendimento. E qui finisce il xxix canto: seguita lo xxx canto.

  1. C. M. oltre a la ricchezza
  2. C. M. cioè avvisami attento,
  3. C. M. fai buono contrafattore di natura, cioè della natura in operando l’archimia:

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