Pagina:Commedia - Inferno (Buti).djvu/856

Da Wikisource.
812 i n f e r n o   xxxii. [v. 40-66]

Ditemi voi, che sì strignete i petti, Diss’io; cioè Dante, chi siete? E quei piegaro i colli; a dietro, per veder colui che domandava, E poi ch’ebber li visi a me eretti; cioè poi ch’ebbono alzati alti li volti a me, Li occhi lor ch’eran pria pur dentro molli, Gocciar su per le labra, e il gielo strinse Le lagrime tra essi; questo dice, a denotare che le lagrime agghiacciassono tra li occhi, e riserolli; questo finge l’autore, a dimostrare la pena del loro cuore per le lagrime, e la pena del freddo che sosteneano; ma allegoricamente intende di quelli del mondo, che invidiosi lagrimano del bene che veggono altrui, e la freddura aggiela le lagrime, e riserra li occhi: imperò che per carità di miseria ch’elli veggano ad altrui, non che piangano, anzi ridono. Con legno legno spranga mai non cinse Forte così; qui fa una similitudine che legno non si aggiunse con legno così per mezzo d’una spranga, come si giunsono li occhi insieme per lo freddo; ond’ei, come due becchi, Cozzaro insieme; pcrcotendo l’uno il capo all’altro, ritornandosi insieme com’erano prima: tanta ira li vinse; perchè non aveano potuto veder Dante.

C. XXXII — v. 52-66. In questi cinque ternari l’autor nostro finge che un’anima li manifestasse chi era quivi, e chi furono quelli due, e di molti altri ch’erano d’intorno, dicendo: Et un, che avea perduto ambo li orecchi Per la freddura; qui descrive com’era fatto, che per la freddura gli erano cascati, pur col viso in giue; cioè chinato al modo che detto è, Disse: Perchè mai tanto in noi ti specchi; cioè disse a Dante: Perchè tanto ci riguardi? Se vuoi saper chi son cotesti due; de’ quali fu detto di sopra, che stavano sì stretti insieme, La valle, onde Bisenzio si dichina: Bisenzio è uno fiume, che discende e va per la valle che si chiama Falterona, et è de’ conti da Modigliana, onde fu il conte Alberto, ch’era de’ detti conti et ebbe due figliuoli che l’uno ebbe nome Alessandro e l’altro Napoleone, i quali, cercando d’uccidere l’un l’altro a tradimento, s’uccisono insieme; e però dice: Del padre loro Alberto e di lor fue; quella valle. D’un corpo usciro; perchè erano fratelli, e tutta la Caina Potrai cercare: chiama l’autore lo primo giro del nono cerchio Caina da Cain, come detto fu di sopra; lo qual Caino fu figliuolo d’Adamo primo uomo, e fu lavoratore, e per invidia uccise Abel suo fratello ch’era pastore, perchè a lui, che sacrificava con buono cuore a Dio de’ migliori agnelli che avea, ogni cosa prosperava; et a Cain, che sacrificava le più triste spighe ch’avea nel campo per avarizia1, ogni cosa andava di male in peggio, e perciò un di’ mosso da invidia l’uccise a tradimento; e perch’elli fu lo primo che rompesse la fede speciale che nasce del parentado, però nomina da lui

  1. C. M. nel campo per avere, ogni cosa